Tennis

Australian Open 2020: l’importanza del team nella giornata delle sorprese

Serena Williams - Foto Dell'Olivo

di Adriano Albanesi – Wta Gold Coach e Direttore Tecnico Antico Tiro a Volo

Siete pronti a una passeggiata tra i vicoli (e i campi) di Melbourne Park? Ho accolto con entusiasmo l’invito del direttore Alessandro Nizegorodcew e cercherò, tutti i giorni o quasi, di raccontarvi le mie impressioni sul torneo femminile degli Australian Open.

Questa mattina gli appassionati si sono svegliati con un bel numero di risultati sorprendenti. Fra tutti i successi di Caroline Wozniacki su Dayana Yastremska (7-5 7-5) e di Carla Suarez Navarro su Aryna Sabalenka (7-6 7-6). Parliamo di due giocatrici che lasceranno a breve il circuito, la spagnola a fine anno e l’ex numero 1 addirittura al termine del torneo. Sono state due lotte pazzesche, che hanno visto prevalere le giocatrici più esperte. Campi più lenti? Ci torneremo, come sulla situazione della Sabalenka. Wozniacki, nonostante stia per lasciare il tennis, è parsa davvero in grande forma e si vede che vuole chiudere in bellezza. Tra l’altro ha sconfitto una delle giovani più forti del circuito. Sì, quella Yastremska che ritengo essere una tennista fenomenale per il prossimo futuro. Mi ha sorpreso ancor di più la Suarez, che non portava a casa un match così rilevante davvero da tanto tempo. Che abbiano messo da parte ogni tipo di pressione dopo aver comunicato a tutti l’imminente ritiro dal tennis? Mi ha sorpreso solo in parte la vittoria di Ons Jabeur su Carolina Garcia. La tunisina ha doti tennistiche davvero notevoli. Se migliorasse fisicamente e mentalmente potrebbe togliersi qualche soddisfazione in più. Le conferme? Anche se parliamo di una tennista giovanissima non posso non citare Coco Gauff (7-5 al terzo sulla Cirstea), che è veramente veramente forte.

Mi vorrei soffermare adesso su un aspetto decisamente importante: il team. La mia favorita per la vittoria, in questo momento, è Serena Williams. E non lo dico soltanto per le sue grandi qualità e una ritrovata condizione, ma anche e soprattutto perché la vedo molto serena (scusate il gioco di parole) grazie a tutto il suo staff. Le persone che stanno intorno a una giocatrice sono fondamentali. Ripeto: fondamentali. Anche la Halep nelle interviste di questi giorni ha messo in risalto questo aspetto. E detto da una ex numero 1 non è poco. Allo stesso tempo, e qui torno sulla Sabalenka, la mancanza di una guida è decisiva in negativo. E l’assenza di Tursunov pesa, pesa tanto. Così come per Mladenovic, ‘abbandonata’ da Bajin a fine 2019. Intorno alle ragazze deve esserci l’ambiente giusto. Il tennis, paradossalmente, viene dopo. E i punti fermi, soprattutto nel femminile, hanno grandissima importanza.

I campi sono più lenti, mi pare evidente. Le condizioni non sono quelle delle scorse stagioni. La palla va meno veloce e rimbalza più in alto. Alcuni verdetti lo testimoniano chiaramente. Oltre ai risultati già citati di Wozniacki e Suarez aggiungo all’elenco la vittoria di Sorribes Tormo su Kudermetova, davvero sorprendente.

Chiudo con Elena Rybakina, con la quale ho lavorato questo inverno a Roma durante la preparazione come consulente esterno. Ha vinto due match piuttosto facilmente, ha una grande potenza e sta crescendo molto bene. L’esame al terzo turno risponde al nome di Ashleigh Barty. Un esame difficilissimo, ma Elena ha le carte in regole per tenere testa all’australiana.

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