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Mikaela Shiffrin continua a dimostrarsi la regina dello slalom speciale vincendo con più di un secondo di vantaggio lo slalom speciale di Squaw Valley, ultima prova di Coppa del Mondo di Sci Alpino prima delle finali di Aspen, superando la ceca Sarka Strachova e l’austriaca Bernadette Schild, di nuovo sul podio dopo tre stagioni piuttosto tribolate.
E’ il sole oggi a farla da padrone sulle montagna Rocciose. Niente più luce piatta ad infastidire le atlete ma ci penserà il tasso tecnico della pista a metterle in difficoltà. La ripidità del muro della Red Dog ha mietuto diverse vittime anche tra le atlete di vertice: Frida Hansdotter, Veronika Zuzulova e Nina Loeseth sono state solo 3 delle 15 atlete che non hanno concluso la prova, tradite dalla forte pendenza e dalla presenza di piccoli dossi nella parte intermedia del tracciato. Ma in generale, soprattutto dopo le prime quindici, un po’ tutte le atlete hanno avuto difficoltà nelle prime dieci porte, perdendo tra il secondo e il secondo e mezzo solo in questo primo tratto da Wendy Hoeldener. E’ stata proprio la giovane svizzera infatti a concludere al primo posto la prima manche, sorprendendo di soli 2 centesimi la campionessa americana Mikaela Shiffrin, brava soprattutto dall’ultimo intermedio al traguardo a recuperare il gap preso all’intermedio precedente. Nessun particolare errore per Mikaela, solo una ridotta reattività se confrontata con quella della svizzera. Terza un’ottima Petra Vlhova, a +0.42 persi soprattutto per la sua sciata veemente ed incisiva che non le ha permesso creare la stessa velocità delle sue due colleghe. Anche oggi, come ieri, abbiamo assistito ad un enorme distacco tra la prima e la 30esima (la ceca Dubovska ben a +4.70) sintomo che quando si scia su tracciati così tecnici, il gap tra le migliori e le altre si allarga. Sul tecnico, da sempre, le italiane sanno farsi valere e forse quella di oggi è stata la migliore manche della stagione. Tutte e 4 le azzurre sono infatti arrivate al traguardo nelle trenta ma soprattutto Chiara Costazza, dopo aver rischiato di uscire alla terza porta, ha messo il turbo e ha concluso settima a +1.55. 12/esima Brignone dimostrando ancora di essere veramente in forma in questo periodo. 17/esima Irene Curtoni e 19/esima Manuela Moelgg, però con ritardi oltre i 3 secondi.
La seconda manche si apre con le stesse condizioni ma con una pista che si è rovinata molto di più: 9 gradi all’arrivo e orario centrale della giornata hanno fatto si che già dopo poche discese si trovassero già delle belle vasche alla base dei pali, soprattutto sul ripido iniziale. Di conseguenza, anche in questa seconda manche il numero di atlete che hanno commesso errori vistosi o sono uscite è stato indiscutibilmente alto, anche tra le migliori. Come sempre o quasi, è stata Mikaela Shiffrin ad ammaestrare questa pista nel migliore dei modi nonostante un vistoso errore alla terza porta, ha atteso con pazienza e linee lontane dai pali tutto il tratto iniziale e centrale, più “pericoloso” per poi scatenare i suoi cavalli nei 20 secondi finali e recuperare più di settanta centesimi all’allora leader Sarka Strachova. Dal canto suo la ceca non si può rimproverare nulla: la centralità innata per cui si caratterizza la sua sciata è risultata estremamente utile in un tracciato che sembrava groviera e le ha permesso di agguantare questo secondo posto superando la sciata più arrembante, ma anche meno precisa, di Bernadette Schild che comunque rimane la più contenta di giornata, visto che torna sul podio dopo tanto tanto tempo.
Dopo la prima manche tutti avremmo pensato di assistere ad un testa a testa tra Wendy Hoeldener e Mikaela Shiffrin, è così è stato fino alla terzultima porta quando la svizzera, ormai lanciata con foga verso il traguardo, non si è coordinata bene all’uscita di una tripla è arretrata, finendo così con la schiena sulla neve proprio davanti al traguardo, davanti ad un’incredulità generale. Gli intermedi erano tutti a suo favore, ma l’americana era stata un fulmine nel tratto finale e non pensiamo il suo tempo avesse potuto impensierire quello di Mikaela. In ogni caso, sarebbe stato un secondo posto ultra meritato. La stessa tripla ha mietuto un’altra vittima illustre, la slovacca Petra Vlhova, messa KO dalla stessa figura forse per una leggera spigolata che l’ha fatta arrivare lunga alla strettissima rossa posta in uscita della tripla. Un gran peccato per entrambe.
Solo con l’arrivare in fondo oggi si poteva fare una bella gara, infatti varie atlete hanno centrato il loro Best Result di stagione o in carriera in slalom. Pensiamo per esempio alla ceca Dubovska (19/esima e miglior risultato in carriera), alle austriache Kappaurer, Brunner, Haaser e Gruenwald (al best nella specialità) o all’inglese Tilley (mai così bene in slalom). Miglior risultato in stagione anche per le nostre due azzurre arrivate al traguardo. Strepitoso quinto posto per Chiara Costazza, che centra il quinto risultato in top-ten su otto gare (mai così costante in carriera, neanche ai tempi d’oro in cui ha vinto in coppa del mondo) zittendo un po’ tutti quelli che negli anni scorsi l’hanno definita “finita”. Quello che forse più va sottolineato della sua gara di oggi è stata l’enorme capacità di recuperare dagli errori compiuti. Nella seconda manche ha rischiato di uscire o inchiodarsi per lo meno tre volte e sempre è riuscita ad uscirne, o con un colpo di reni o semplicemente ributtando giù le punte, senza spaventarsi o pensare che ormai la gara era andata. Se la compariamo con la Chiara Costazza di due anni fa, dove al minimo errore già arretrava e usciva, possiamo veramente essere contenti di avere una come lei in squadra. E se non ci fossero stati quegli errori, chissà dove avrebbe potuto essere oggi. Irene Curtoni, nonostante una prova non brillantissima, centra il miglior risultato in stagione in slalom, 9/a: una bella iniezione di fiducia per la valtellinese, grazie anche alle varie uscite di giornata. Ma un po’ di fortuna ci vuole per tutti e lei ne aveva assolutamente bisogno. Peccato per Manuela Moelgg e Federica Brignone, entrambe uscite nella seconda manche ed entrambe più o meno nello stesso punto. Se fossero arrivate in fondo molto probabilmente sarebbero state in top ten, soprattutto Federica che era partita col piglio giusto senza sbagliare nulla, ma con questa neve stare vicino al palo per ridurre gli spazi non era la strategia più indicata e le nostre due azzurre purtroppo hanno pagato dazio.
Squaw Valley si rivela una splendida sorpresa: una pista tecnica, una buona preparazione (per quanto sia possibile fare con 9 gradi centigradi) e un pubblico estremamente attivo e rumoroso, che ha supportato tutte le atlete protagoniste di ottime prestazioni. Veramente speriamo di poter vedere di nuovo questo angolo di montagne rocciose nel calendario di Coppa del Mondo. In fondo, è stato un fine settimana positivo per l’Italia. Un podio in gigante e due top ten in slalom sono un risultato assolutamente soddisfacente per la nostra nazionale, che ora si appresta ad andare verso est per concludere al meglio una delle migliori stagioni di sempre e soprattutto per portarsi a casa la Classifica di Coppa del Mondo per nazioni, dove al momento primeggia davanti all’Austria (che ha vinto le ultime diciotto edizioni).