Editoriali

Strano ma Rio: in ascensore con Del Potro e una birra con Beamon

Juan Martin Del Potro - Foto Robbie Dale CC BY-SA 3.0

Anche in una giornata straordinaria per i colori azzurri, con 5 medaglie conquistate dagli italiani, non sono mancati fatti curiosi a Rio: ecco la nostra top 3.

1. DEL POTRO SI PREPARA IN ASCENSORE

Una delle più grandi sorprese della giornata è stata senza dubbio l’eliminazione del numero 1 del mondo di tennis, il favoritissimo Novak Djokovic. A batterlo, l’argentino Martin Del Potro, che si è preparato al match in un modo quantomeno singolare. Uscendo dal villaggio olimpico, è infatti rimasto bloccato in ascensore. A salvarlo, sentendo dopo quasi tre quarti d’ora le sue richieste d’aiuto, due giocatori argentini di pallamano, che hanno forzato l’ascensore permettendo a Del Potro di uscire e di compiere l’impresa con Djokovic. Avrà passato quei 40 minuti a studiare i colpi del giocatore serbo?

2. LE NAZIONI SENZA MEDAGLIE

Majlinda Kelmendi, l’atleta che ha sconfitto la nostra Odette Giuffrida nella finale del judo categoria 52kg, è entrata nella storia del Kosovo portando la prima medaglia d’oro alla piccola nazione balcanica. Ma quanti sono gli stati che ancora non hanno mai vinto medaglie? Non pochi, 75. Tra questi, quelli con più partecipazioni alle Olimpiadi sono Monaco (28), San Marino (22), Andorra (21), Bolivia (18) e Fiji (16). Ma l’arcipelago del Pacifico quest’anno potrebbe farcela, soprattutto grazie al rugby a sette, in cui la squadra maschile è tra le favorite al successo finale.

Majlinda Kelmendi si presenta in questo video

3. UNA BIRRA PER IL RECORD OLIMPICO

Sono passati 48 anni dall’incredibile record del mondo di Bob Beamon nel salto in lungo a Città del Messico. Un 8.90 che sorprese tutti e che nessuno è poi più riuscito a superare a livello olimpico (il record del mondo è di Mike Powell, con 8.95 saltato nel 1991). Da allora, Bob sta aspettando che qualcuno faccia meglio di lui ai Giochi Olimpici per poter brindare con una bella birra fresca. Almeno questo è quello che afferma in un video che fa parte della campagna “We love beer”, che promuove il consumo consapevole di birra. Ci spiace per Bob, ma a Rio probabilmente nessuno si avvicinerà neanche lontanamente al suo record: per il brindisi dovrà aspettare ancora almeno altri 4 anni.

Il video di Bob Beamon che offre una birra a chi batterà il suo record

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