[the_ad id=”10725″]
La commissione d’inchiesta giapponese, che ha indagato sulla presunta tangente che avrebbe influenzato il risultato dell’assegnazione dell’Olimpiade 2020 alla città di Tokyo, ha concluso che non c’è stato alcun tentativo di corruzione. La commissione indagava su un presunto versamento di 2 milioni di dollari effettuato sul conto di una società di consulenza, la Black Tidings, che faceva capo a Papa Massata Diack, figlio dell’ex presidente Iaaf Lamine, all’epoca membro Cio.
I Diack avevano da sempre sostenuto la loro innocenza, poiché quella somma di denaro sarebbe stata versata esclusivamente per i servizi di consulenza per la candidatura. Questa versione è stata ritenuta valida dalla commissione istituita dal Comitato olimpico giapponese.