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Nuoto, Federica Pellegrini: “Voglio Tokyo 2020, il doping esiste ma non in Italia”

Federica Pellegrini - Foto Nizegorodcew/Sportface

Federica Pellegrini si racconta in una lunga intervista rilasciata a Verissimo e che andrà in onda sabato 17 settembre su Canale 5. Tantissimi i temi trattati, inevitabile partire dal quarto posto di Rio: “Dopo la grande delusione che e’ stata Londra  2012 ci credevo e ci credevo tanto. Eravamo arrivati pronti,  perche’ quest’anno e’ stato bello come pochi fino a Rio e fino a  quei 20 centesimi che mi hanno fatto perdere la medaglia. Onestamente, a caldo, dopo la gara ero talmente  delusa da questi 20 centesimi… ma noi nel nuoto, ogni volta che  entriamo in acqua, sappiamo che si vince di centesimi e si perde  di centesimi. Ero stufa di dover fare i conti con questi centesimi  ogni volta, dopo anni di duri allenamenti e sacrifici. Poi,  insomma, l’amore che porto per questo sport mi ha fatto fare  un’altra scelta. Ho deciso di darmi un’altra chance. Il mio  prossimo obiettivo quest’anno, a fine luglio, inizio agosto,  saranno i mondiali di Budapest e poi c’e’ Tokyo 2020. Se riuscirò a qualificarmi per questa Olimpiade, sara’ la mia quinta volta e,  a 32 anni, per il nuoto, e’ un’eta’ abbastanza avanzata. Ho deciso  di crederci e ci credo fortemente, da questo arriva la mia scelta  di andare avanti”.

Si passa a parlare del rapporto della veneta con i social network dove non mancano le critiche: “Il  rapporto con i social e’ un grosso problema della società in  genere. La gente si scherma molto dietro una tastiera. Non c’e’  più il coraggio di dirti le cose in faccia. Ti scrivono delle  cose che dici: ‘questo non sa neppure di cosa sta parlando’.  Comunque, mi arrivano addosso e mi fanno male. Mi piacerebbe un  giorno metterli tutti in una stanza e mettermi a loro  disposizione, per fargli capire che quello che dicono e scrivono  sui social non e’ la mia vita. Mi piacerebbe, pero’, vederli di  persona”.

La Pellegrini parla anche del suo rapporto con il collega e compagno di vita Filippo Magnini: “E’ molto importante per me, averlo di  fianco ad ogni allenamento e’ molto stimolante. Sa dirmi le cose  giuste e capisce cosa io possa provare. In allenamento, poi,  Filippo e’ un osso duro. Cosa mi ha detto dopo la gara? Eravamo  tutti sconvolti. Io, lui, il mio allenatore, la mia psicologa e il  mio fisioterapista. Mi sono venuti incontro subito e devo dire, se  possibile, che forse loro erano più dispiaciuti di me. Perchè non c’e’ stato niente di sbagliato durante l’anno: gli  allenamenti, le gare erano tutte andate bene, addirittura  migliorando i miei personali. Certo, sapevamo di dovercela  giocare, poichè i 200 stile libero stanno diventando una gara  sempre più veloce e io sto diventando sempre più vecchia. Ti  confronti con giovani che, ovviamente, stanno migliorando e  crescendo e tu devi limare il massimo, il centesimo. Poi arrivi  li’, fai tutto quello che e’ giusto, ma non prendi la medaglia. E’  logico che ti prende una gran rabbia. Poi, presa la decisione di  continuare, la forza si ritrova. Voglio darmi un’altra chance,  rimettermi a nuotare e fare tutti sacrifici che ho fatto l’anno  scorso per poi giocarmela com’è sempre stato. Ho bisogno di  un’altra gara, anche se vincere sara’ sempre più difficile. Pero’  se avessi smesso adesso avrei lasciato qualcosa in sospeso e a me  non piace lasciare le cose in sospeso. Diciamo che mi piacerebbe  chiudere questo ciclo e spero di farlo come vorrei io”.

Se un giorno la Pellegrini avesse una figlia decisa a fare nuoto come la mamma, l’azzurra le direbbe assolutamente di si’: “Il  nuoto e’ uno sport sano. Nella mia vita ho sempre e solo nuotato,  per cui non so paragonarlo ad altri sport, ma conosco molto bene  il mio e posso dire che e’ uno sport sano. Purtroppo e’ sempre  più intaccato dall’ombra doping a livello internazionale. Si  legge anche da qualche giorno sui giornali di questa ‘guerra  fredda’ tra Russia e America, con nomi molto importanti che sono  venuti fuori e che verranno fuori. Insomma, l’ombra di questo  doping aleggia molto e si sente anche durante le gare: vedi fisici  cambiare di tre mesi in tre mesi e, soprattutto per una donna,  questo e’ impossibile. Pero’ consiglierei a mia figlia di farlo  perchè in Italia ancora tutto questo non esiste”.

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