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Inter, Stefano Pioli: “Voglio essere un potenziatore e credo nella Champions League”

Stefano Pioli, fotomenis.it

È una grande gioia, sono molto felice e sono molto motivato: darò il massimo per questo club e per questi colori, consapevole delle responsabilità“. Esordisce così il neo-allenatore dell’Inter Stefano Pioli nella conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile.

L’ex Lazio e Bologna puntualizza subito il discorso su Antonio Candreva e le presunte frizioni avute in passato: “Ho sempre pensato che Candreva sia un grande giocatore e un grande professionista: ci conto molto e può fare ancora meglio. Ha qualità importanti, da lui mi aspetto tanto“. Pioli sembra già avere le idee chiare su come dovrà essere la sua Inter: “Dobbiamo ragione da squadra, ognuno di noi deve rinunciare a qualcosa del proprio ‘io’ per aiutarsi a vicenda – prosegue l’allenatore emiliano – Il talento non è sufficiente, dobbiamo giocare con passione e senso di appartenenza perché solo così si ottengono dei risultati. Dobbiamo giocare da grande squadra. Modulo? Esistono interpretazioni e atteggiamenti, principi più che moduli. Non voglio cambiare troppo. La sosta mi permetterà di prendere confidenza con l’ambiente, ma tutta la squadra ce l’avrò solo poco prima del derby. Per il momento continuerò con la difesa a 4. Ma io ho già idee chiare su come far giocare la squadra”.

L’impatto non sarà dei più semplici, visto che Pioli esordirà a San Siro nel Deby della Madonnina: “Iniziamo subito dal Derby, partita importante per il prestigio cittadino e la nostra classifica. Ci aspetta un grande match: affronteremo un avversario che sta facendo bene, ma anche noi abbiamo qualità. L’organico? È numeroso, ma tutti avranno una possibilità, soprattutto chi ci metterà l’atteggiamento giusto – continua il tecnico parmigiano – Ci vuole una mentalità concreta e vincente: voglio vedere un calcio cocreto e propositivo. Devono scendere in campo con voglia di mettere sotto gli avversari: se avremo determinazione, aggiunta ai valori tecnici che già abbiamo, possiamo fare qualcosa di importante“.

L’obiettivo designato resta, nonostante la classifica, l’Europa più importante. “Sarei contento di arrivare in Champions League. Ci sono ancora tante partite. L’anno scorso la Juventus era indietro e poi ha vinto, mentre l’Inter è arrivata indietro dopo essere stata prima in classifica per alcune giornate. Non voglio vendere promesse e non so quanto ci metteremo. Non sarà facile recuperare posizioniVoglio grande compattezza e unione. Sento la proprietà vicina e questo è ciò che chiedo – afferma Pioli – Sappiamo che dobbiamo recuperare, lavorando duramente giorno per giorno. Il percorso non sarà semplice. Il termine normalizzatore? L’ho cercato sul dizionario. Ma l’Inter non vuole la normalità, vuole qualcosa di più. Io credo di essere un allenatore che dà sempre il massimo in quello che fa. Spero che a fine stagione molti cambieranno idea: voglio essere un potenziatore più che un normalizzatore“.

Pioli parla anche dei singoli, a cominciare dal capitano nerazzurro: “Sono contento di allenare un grande centravanti come Icardi. È un esempio da seguire sul campo per come si allena e spero continui a segnare con questa continuità. Ma anche gli altri possono segnare: abbiamo centrocampisti ed esterni che possono andare in gol e quindi spero di poter migliorare questo, cercando di occupare meglio lo spazio in area di rigore per essere meno prevedibili. Gabigol? È previsto l’utilizzo dei giocatori che possono farci vincere le partite. È un giocatore di qualità e in questi giorni si sta allenando bene. Vedremo se potrà darci una mano. Banega? È un ragazzo intelligente: può dettare il passaggio, inserirsi e verticalizzare. Potrà essere utile per la manovra“.

Chiusura su Walter Samuel, fortemente voluto da Pioli nello staff: “Sapevo che era nell’organico societario. È stato un grande difensore. Ma io giudico una persona anche dagli atteggiamenti in campo e l’ho sempre ritenuto una persona umile. Inoltre conosce l’ambiente e ne incarna i valori. Ho spinto per averlo, potrà essere un collaboratore importante anche nei rapporti col gruppo. C’ho parlato ieri ed era contentissimo e anch’io lo sono di averlo al mio fianco“.

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