Formula 1

Formula 1, la pole position diventa una roulette russa

Lewis Hamilton - Giappone 2015 - Keisuke Kariya CC BY 2.0

A un mese dall’inizio del campionato di F1, ecco il fulmine a ciel sereno: le qualifiche sono state completamente rivoluzionate. Ieri, a Ginevra, la Formula 1 Commission ha approvato un nuovo sistema a tagliola: le sessioni restano Q1, Q2 e Q3. La prima manche durerà 16 minuti, dopo i primi 7 il pilota più lento sarà eliminato (attenzione, questo non significa che sia necessariamente il driver con la macchina più lenta). Nei restanti 9 minuti, ogni 90 secondi sarà eliminato il pilota ultimo in graduatoria fino alla conclusione del turno. In Q2 quindi passeranno 15 piloti sui 22 totali. Nella seconda manche stessa procedura ma i minuti complessivi passano da 16 a 15 e quindi il primo pilota sarà eliminato dopo 6 minuti e non 7. In questo modo in Q3, cioè la sessione valida per la pole position, entreranno 8 superstiti (e non 10 come prima). Nell’ultima manche i minuti utili scendono a 14 totali e le eliminazioni iniziano dopo 5 minuti. Se la matematica non è un’opinione vuol dire che saranno 2 i piloti a contendersi la partenza al palo nel finale 1 minuto e 30 secondi. Non è chiaro se in Q3 resti a disposizione un treno di gomme in più.

La girandola, piuttosto arzigogolata (come se non bastassero già le difficoltà di comprensione delle nuove regole e della Power Unit) assomiglia tanto a una pericolosa roulette russa: tutti a tirare per non finire dietro alla Manor. La novità è stata introdotta perché durante il sabato, i team risparmiavano gomme e benzina in vista del gran premio a scapito dello spettacolo. Ma non è colpa delle squadre se è stato imposto alla Pirelli di fare mescole dal rapido degrado, tra l’altro sempre con lo scopo – non sempre riuscito – di aumentare i duelli in pista. Un cane che si morde la coda.

Senza contare che sono troppe le variabili durante la battaglia per la griglia di partenza: basta un errore del pilota, un incidente, una macchina più lenta, una svista del muretto, uno scroscio di pioggia per finire in fondo al gruppo con una monoposto d’alta quota. E in circuiti come Montecarlo, dove i sorpassi sono quasi impossibili, si rischia di mortificare i veri valori. Di contro, magari, potremmo assistere a entusiasmanti rimonte o vittorie inaspettate. A Melbourne vedremo cosa succederà. La sensazione però è che la F1 continui a farsi del male: invece di semplificarsi la vita, se la complica. Difficile così calamitare la passione dei tifosi.

SportFace