Biathlon

Biathlon, Fabrizio Curtaz: “Dobbiamo migliorare dal punto di vista mentale” (AUDIO)

Fabrizio Curtaz - Foto Gio Auletta/Pentaphoto

La stagione del biathlon è alle porte, Dorothea Wierer e i ragazzi della nazionale italiana avranno il difficile compito di ripetersi dopo una stagione ricca di soddisfazioni. Fabrizio Curtaz, direttore tecnico del biathlon azzurro, ha raccontato in esclusiva ai microfoni di Sportface.it le aspettative, speranze e sogni di Wierer, Windisch e compagni.

La stagione 2015/2016 ha visto l’Italia sugli scudi, con tanti risultati di prestigio. È cresciuta l’attenzione mediatica del biathlon ma, anche, la pressione sui tuoi ragazzi…
“Ripetersi ad alti livelli sarà difficile, perché la scorsa stagione è davvero ottima. Le difficolà adesso cambieranno: da adesso in poi rimanere lì e, se possibile, migliorare, diventerà una questione legata all’aspetto psicologico; la gestione mentale di una stagione di grandi aspettative sarà la nuova sfida di tecnici e atleti. Non siamo abituati, non siamo esperti, ma lo dovremo diventare assolutamente col tempo. Anche gli allenamenti andranno organizzati in maniera diversa, con grande attenzione all’aspetto emozionale degli atleti e a tutto ciò che gira loro intorno”.

Come si può lavorare sull’eccessiva pressione che atleti come Dorothea Wierer avranno nel 2016/2017?
“È complicato anche per i tecnici, che devono cambiare approccio sul concetto classico di allenamento. Uno stesso lavoro si può fare mirando a obiettivi diversi. Bisogno individuare il bersaglio e, in alcuni casi, lavorare più sull’aspetto mentale che tecnico, cercando di arrivare a gestire il tiro sotto l’aspetto emozionale. È cambiato il modo di allenare, ma oltre a essere una difficoltà è certamente uno stimolo che mantiene tutti più vivi e ricchi di stimoli”.

Da una parte vi sarà grande pressione, dall’altra però il fatto che quasi tutti gli azzurri abbiano raccolto buoni risultati può essere una sorta di vicendevole traino?
“È fondamentale per togliere pressione. Oberhofer e Wierer, ad esempio, hanno vissuto una staffetta virtuale nelle ultime due stagioni. Il fatto che l’attenzione non sia su un singolo atleta ma sul gruppo è molto importante, perché tutti si sentono coinvolti, utili e in grado di stupire. Quando la responsabilità ricade su più persone, tutti hanno le spalle più leggere”.

Sarà una stagione importante per i più giovani del gruppo: Lisa Vittozzi e Thomas Bormolini…
“Bormolini e Vittozzi stanno affrontando la crescita che gli altri nazionali hanno vissuto 2-3 anni fa. Lisa ha già fatto vedere grandissimi cose, ma non bisogna bruciare le tappe. Nel biathlon è importante crescere a livello umano ancor prima che tecnico, matutrare come persone, diventare grandi. Credo arriveranno buoni risultati dai nostri giovani”.

Un pensiero per Christian De Lorenzi, ritiratosi al termine della passata stagione, che dopo tanti anni non farà più parte del team italiano…
“De Lorenzi ha dato tantissimo al biathlon italiano e mancherà come figura, anche perché in staffetta era un punto fermo. Voglio augurare a Christian il meglio per le sue prossime avventure, a partire dal lavoro come allenatore nel suo Sci Club. Quando va via qualcuno altri devono prenderne il posto. Ora i giovani si sentono maggiormente responsabilità e si stanno allenando con voglia e intensità per fari trovare pronti, in particolar modo per la staffetta”.

Dopo i risultati dello scorso anno vi è stata una crescita per il movimento del biathlon in Italia?
“È piuttosto complicata aumentare in maniera considerevole il numero dei praticanti, per questioni legate all’attrezzatura utilizzata e in particolar modo alla carabina. Non si è riscontrato un aumento dei praticanti, ma sicuramente si sta lavorando meglio un po’ ovunque con i ragazzi. Sintetizzando: non è aumentata la quantità, bensì la qualità. Tecnicamente tutti stanno lavorando meglio, perché l’Italia ha dimostrato di potersela giocare con tutti ad alti livelli. La crescita più importante è stata sicuramente a livello di popolarità, in tutto il paese adesso ci conoscono e la cosa non può che fare piacere”.

ASCOLTA L’AUDIO INTEGRALE DELL’INTERVISTA A FABRIZIO CURTAZ

Ascolta Fabrizio Curtaz: “Migliorare ancora è difficile, ho buone aspettative sui giovani”” su Spreaker.

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