Editoriali

Formula 1: Ferrari, non è solo una questione di gomme

Sebastian Vettel - Foto Bruno Silverii

Al sesto gran premio, quello di Montecarlo, non è arrivata la vittoria per la Ferrari, ma zero podi. Finora non era mai successo. Vettel si è assunto tutte le responsabilità per non essere stato in grado di sopravanzare Massa, Raikkonen sta diventando impresentabile e imperdonabile. La concentrazione del finlandese è ai minimi storici, Arrivabene non lo ha strigliato perché in altre occasioni ha fatto bene, ma bisogna interrogarsi su quale contributo stia dando alla crescita della macchina. La Ferrari lamenta di non riuscire a trovare la finestra giusta per far lavorare le gomme al massimo. La temperatura dell’asfalto è sempre o troppo calda o troppo fredda. In molti si sono chiesti come mai gli altri top team non avessero le stesse difficoltà. Secondo il team principal Arrivabene e anche secondo la McLaren che ha chiesto chiariemtno alla Fia ci sarebbe il trucchetto. Mercedes, Red Bull e Toro Rosso avrebbero trovato il modo di abbassare la pressione  delle gomme rendendo la macchina più stabile e performante, in una parola con più grip. Guarda caso ciò che non ha la Ferrari. L’accusa di Arrivabene non è poi così infondata se la Fia ha deciso di monitorare in modo più stringente la pressione delle gomme e se Pirelli ammette che i limiti indicati vengono aggirati. Il problema è che è tutto da dimostrare. “La pressione delle gomme? È difficile riuscire a monitorarle in gara, un po’ come vedere il gol-non gol durante una partita. Certo, se ci riescono, allora ci sarà da ridere” ha detto Iron Mauri al quale imputiamo una sola cosa: continuare a ripetere che il campioanto è lungo e che la Ferrari guarda al titolo, alla Mercedes e non agli inseguitori. E fa male perchè Ricciardo ha sei punti di vantaggio su Vettel. Significa che, senza proclami, senza calcare la mano sugli allori passati, la Red Bull ha recuperato e ripreso il Cavallino. Il team di Milton Keynes può puntare alla vittoria, stupidaggini calmorose a parte come a Montecarlo (quel pit-stop di 13″ a causa delle ruote mancanti leverà il sorriso a Ricciardo per molto tempo). Non può non fare paura (classifiche piloti e costruttori).

Dato a Cesare quel che è di Cesare, cioè alla Ferrari che non ha torto a dire che qualcuno sta sfruttando la solita zona grigia del regolamento, bisogna ammettere che la SF16-H ha gli stessi punti deboli delle vetture precedenti. Poca trazione in uscita dalle curve e scarsa aderenza meccanica, insomma il telaio è un nuovo flop. E le indiscrezioni sul turbo stanno diventando una certezza visto che a Montreal sarà cambiato. In verità il passo gara della Rossa non è poi così male, d‘altra parte Vettel ripete in continuazione che la macchina ha un potenziale inespresso. E allora sono due i nodi che Allison e il suo team devono risolvere: migliorare la qualifica (storia vecchia come il cucco) e perfezionare la strategia in gara. Da Rueda mai una gioia.

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