Ciclismo

Ciclismo, Mondiali Innsbruck 2018: tra Nibali e Moscon, l’Italia a caccia del sogno iridato

Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) - Foto filip bossuyt - CC-BY-2.0

L’attesa sta per finire, mancano ormai pochissime ore alla prova in linea dei Mondiali di ciclismo su strada di Innsbruck 2018. Un percorso durissimo di cui si parla da mesi, aperto ad ogni ipotesi tattica e tecnica per una prova iridata che si preannuncia davvero spettacolare. Con un dislivello degno di un tappone dolomitico del Giro d’Italia, le varie nazionali potranno sbizzarrirsi con azioni da lontano o attacchi nel finale.

L’ANALISI TATTICA – La prima parte di gara dovrebbe favorire la formazione di una fuga di seconde linee e comprimari, dove troveranno spazio quelle nazionali che quasi sicuramente non potranno giocarsi le posizioni di rilievo. Il gruppo si limiterà a controllare, ma in una corsa così dura e con oltre 250 km in programma potrebbe anche lasciare diversi minuti ad un gruppetto piuttosto nutrito. Dopo circa 60 km di corsa arriverà il momento dello strappo di Gnadenwald, molto duro ma troppo lontano dal traguardo per essere teatro di azioni decisive: come visto nelle altre categorie, ci sarà una selezione iniziale ma il plotone rimarrà comunque molto folto. Ecco poi il circuito Olympia, lungo oltre 23 chilometri, che i corridori percorreranno per sette volte: altrettanti saranno quindi i passaggi sulla salita di Igls (7,9 km al 5,9% di media). Un’ascesa non durissima, che dovrà essere affrontata a ritmi alti per diversi passaggi: in tal senso non è utopia pensare alle nazionali di qualche big già in azione a oltre 100 km dal traguardo, con il fine di rendere la corsa più dura possibile. Attenzione anche alla discesa, molto insidiosa e possibile terreno di attacchi o imboscate. Nel finale poi c’è il “mostro” Gramartboden, il terribile strappo con pendenze fino al 28% dove potrebbe decidersi la corsa: anche in questo caso un’insidiosa discesa potrebbe essere fondamentale.

L’ITALIA CI PROVA – In casa Italia le ipotesi possono essere molteplici, ma i veri assi nella manica sono due: Vincenzo Nibali e Gianni Moscon. Lo “Squalo”, nonostante il recupero lampo dalla frattura vertebrale rimediata al Tour, cercherà di firmare un’impresa meravigliosa con una condizione sicuramente non ottimale. Il trentino da parte sua ha palesato una condizione davvero ottima negli ultimi giorni e potrebbe essere un jolly importante negli ultimi chilometri per provare a far saltare il banco. Ruolo da outsider invece per Domenico Pozzovivo, anch’egli in ottima condizione e sicuramente adatto al tipo di percorso di questo Mondiale. Altre nazionali sono maggiormente favorite alla vigilia, ma l’Italia del ct Cassani venderà sicuramente la pelle a caro prezzo.

GLI ALTRI FAVORITI – I big più attesi sono noti a tutti da diverse settimane: Julian Alaphilippe ed Alejandro Valverde potrebbero essere gli uomini da battere. Entrambi sono anche a caccia del primo titolo iridato della propria nazione da diverso tempo a questa parte, visto che la Francia non trionfa dal lontano 1997 (vinse Brochard) e la Spagna dal 2004 (ad imporsi fu Freire). Sia Alaphilippe che Valverde potrebbero aspettare il finale, viste le loro caratteristiche esplosive, ma non sono da escludere azioni dalla media distanza. Attenzione anche all’Olanda di Dumoulin e Poels, mentre il Belgio non sembra avere le carte in regola per imporsi. Su un  percorso così selettivo potrebbe dire la sua la Colombia, con Uran e Lopez pronti a provarci. Possibili sorprese potrebbero arrivare anche dallo spagnolo Mas, dallo sloveno Roglic e dal polacco Kwiatkowski.

 

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