Serie A

Torino, Juric: “Siamo in ritardo e io sono in difficoltà, erano stati fatti altri discorsi”

Ivan Juric, Foto Antonio Fraioli

“Cosa non ha funzionato? Ci vuole un’altra fisicità per il calcio che vogliamo fare. Se perdi tanti palloni diventa difficile fare il nostro gioco. Non è facile mettere tutto a posto. Oggi la Fiorentina ha giocato meglio ed ha meritato”. Così il tecnico del Torino Ivan Juric è intervenuto ai microfoni di Sky Sport al termine della sfida contro la Fiorentina, valida per la seconda giornata della Serie A 2021/2022 e vinta dai viola per 2-1. “Io ho fatto la mia analisi, da più di un mese, per essere competitivi. Quello di ieri è stato un grido di disperazione. La squadra negli ultimi anni ha preso 140 gol e si è salvata all’ultimo. Ha perso giocatori importanti, io ho fatto la mia analisi. Se prendi Juric come allenatore, devi fare qualcosa. La mia analisi, schietta e sincera, l’ho fatta. Siamo in ritardo”.

Su Verdi, autore del gol dei granata all’89’: “Non è giusto fare un’analisi individuale. Ho le idee chiare, sono stato sincero con la società fin dall’inizio. Per fare il calcio che ho in mente, c’è bisogno di fare certe cose. Così non siamo ne carne né pesce”.

Come ha risposto la società alle tue parole? “Noi siamo veramente in ritardo. Non so rispondere in tutta sincerità. Magari vedendo la partita con l’Atalanta si è avuta la sensazione che la squadra potesse andare bene così”.

Sulla squadra e sui ruoli in cui c’è maggiore necessità: “Non c’è solo un ruolo. Quando fai calcio devi avere certe caratteristiche. In certe cose ti arrangi come è normale che sia, ma certe caratteristiche devi averle. Quando prendi un allenatore di un certo tipo, devi dargli quello che chiedi. Io non chiedo la luna. Abbiamo venduto Lyanco e non arriva nessuno per sostituirlo. Poi si va sempre in battaglia”.

Sul prestito di Pobega: “A Verona il presidente il primo anno era stato chiaro. I soldi erano pochi, abbiamo fatto tanti prestiti. Ad esempio Pessina, arrivato in prestito secco. Ci abbiamo lavorato e poi è tornato all’Atalanta per fare il fenomeno. Per me è come una sconfitta. Pobega è un bel giocatore, ha gamba e mi piace, ma per me è una sconfitta. Mi piacerebbe lavorare per aiutare la società. I discorsi all’inizio erano diversi, c’erano altre idee e altre discorsi. Io percepivo altre idee, sono in difficoltà”.

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