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Partita con l’obiettivo di centrare la qualificazione alla Champions League 2017/18, l’Inter ha vissuto una prima parte di stagione che definire travagliata è un eufemismo. Eppure, nonostante il triplice avvicendamento alla guida tecnica, la diatriba Icardi-Curva Nord e una ridicola eliminazione in Europa League con gli israeliani dell’Hapoel Beer-Sheva, i nerazzurri sono ancora lì, in corsa per il terzo posto. Merito di Stefano Pioli, subentrato a metà novembre dopo l’infelice parentesi targata Frank De Boer, con il compito, fin qui andato a buon fine, di rigenerare una squadra triste e disorganizzata.
L’Inter ha chiuso il 2016 con il morale alle stelle grazie a tre vittorie consecutive ed è ora settima a quota 30 punti, a -5 dal Napoli terzo. La corsa con i partenopei, i cugini del Milan e la Lazio per un posto in Champions è alla portata di Icardi e compagni; a maggior ragione dopo il prematuro addio all’Europa League, che permetterà al club meneghino di concentrare le proprie forze sul campionato. In attesa di capire se l’Inter, una volta per tutte, sarà in grado di dare un barlume di continuità ai propri risultati, è già tempo di un primo bilancio: ecco a voi il pagellone dei nerazzurri a metà stagione.
PORTIERI
Handanovic 6.5
Pochi voli pindarici, ma su molti dei trenta punti in classifica dei nerazzurri c’è la firma dello sloveno e dei suoi guantoni. Solo in Inter-Cagliari 1-2 è decisivo in negativo. Per il resto incassa, allargando le braccia senza troppi sensi di colpa.
Carrizo s.v.
Due sole presenze in Europa League, quando ormai la frittata è fatta. E pensare che un tempo era titolare al giovedì sera.
DIFENSORI
Miranda 6
Il cervello pensante della difesa nerazzurra. A volte sembra rimpiangere i tempi felici di Madrid, dove il suo compagno di reparto si chiamava Diego Godin. La squadra spesso sbilanciata manda in tilt pure lui. Quando butta male, si salva con l’esperienza.
D’Ambrosio 6
De Boer lo mette in naftalina dopo cinque partite, lanciando a sorpresa Santon. Con la gestione Pioli torna a rendersi utile. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma il compitino lo fa.
Miangue 6
Prospetto interessante classe 1997. Lanciato da De Boer, il giovane under-19 belga è stato accantonato (almeno per il momento) da Stefano Pioli.
Murillo 5.5
Le ultime tre partite positive non sono sufficienti per ripulire del tutto la sua “fedina penale”. A un certo punto Pioli gli preferisce Ranocchia per disperazione, prima di accorgersi che è pur sempre il meno peggio. Urgono ripetizioni a scuola Miranda.
Ansaldi 5
In estate una distrazione al legamento del ginocchio gli complica i piani nella fase cruciale della preparazione. Quando rientra, colleziona prestazioni al di sotto delle attese. A San Siro stanno ancora aspettando il cursore ammirato a Genova.
Ranocchia 5
Nove presenze in stagione, cinque sconfitte. La matematica, si sa, non è un’opinione. Non ripete gli errori pacchiani del passato, ma dopo la batosta di Napoli lo attende un lungo inverno a ghiacciare in panchina.
Nagatomo 4.5
L’immagine della sua prima parte di stagione è un goffo autogol in quel di Southampton. Per il resto colleziona sette presenze in campionato (solo sei da titolare). Una volta il piccolo giapponese era una spina nel fianco in fase offensiva. Esaurita la vena propositiva, è diventato una malinconica riserva.
Santon 4.5
A un passo dalla cessione in estate, alla fine resta a Milano. De Boer gli ritaglia un ruolo da titolare, ma l’ex bambino d’oro lo ripaga con errori e disattenzioni in serie (si veda lo sciocco fallo da rigore di Bergamo). Dall’arrivo di Pioli alla Pinetina è ormai un desaparecido.
Andreolli s.v.
Contro lo Sparta Praga ritorna dopo un lungo infortunio con tanto di fascia di capitano al braccio. In attesa di possibili interventi nel mercato di gennaio si candida come alternativa nel ruolo di difensore centrale.
CENTROCAMPISTI
Brozovic 6.5
Con De Boer il rapporto non decolla tra sgridate e punizioni. Da quando sulla panchina nerazzurra siede Pioli il croato viaggia, però, su ben altri ritmi: corsa, qualità e gol (sono tre nelle ultime cinque gare del 2016). Se solo mantenesse questa continuità…
Joao Mario 6
Mister 45 milioni inizia bene, poi si deprime come tutti i compagni nel momento nero della gestione De Boer. Si accende a intermittenza e quando lo fa (Inter-Genoa 2-0) fa la differenza. Deve essere più incisivo nell’area di rigore avversaria.
Medel 6
Il “Pitbull” non lo levi mai: troppo prezioso il suo apporto quantitativo in mediana. Eppure quando non c’è (squalifica e infortunio al ginocchio), l’Inter dimostra di poter sopperire alla sua assenza. Appena sarà a posto si riprenderà la maglia da titolare.
Banega 5.5
Fino al secondo di tempo di Inter-Lazio il voto del “Tanguito” è ampiamente insufficiente nonostante una meraviglia balistica all’Olimpico contro la Roma. Poi un gol d’autore e tante giocate di classe sulla trequarti per risolvere in 45 minuti un equivoco tattico che durava da mesi. I suoi piedi educati servono come il pane per far girare il motore a tinte nerazzurre.
Felipe Melo 5
A Sassuolo gioca l’unica partita dall’inizio e al 90’ si becca un cartellino rosso francamente evitabile. Per il resto solo comparsate.
Kondogbia 4.5
In rapporto alle aspettative le poche volte che gioca lo fa in modo sconclusionato. L’apoteosi dell’imbarazzo in Inter-Bologna, quando De Boer lo sostituisce tra i fischi dopo 28 minuti. Proprio a ridosso delle feste natalizie disputa con la Lazio la sua miglior partita in nerazzurro. Che sia un nuovo inizio?
Gnoukouri s.v.
Qualche spezzone di partita con De Boer, poi il vuoto. Pioli sembra considerare il giovane ivoriano la riserva delle riserve. O gli si dà più spazio o sarebbe il caso di darlo in prestito.
ATTACCANTI
Icardi 9
Trascinatore a suon di gol al netto delle schermaglie con gli ultras. Il capitano nerazzurro ne mette a segno 14 in 18 partite di campionato (il 50% del bottino complessivo della squadra), più due in Europa League. Senza Maurito l’Inter avrebbe in classifica 13 punti in meno e sarebbe 16ª. Contro la Juventus fornisce la sua miglior prestazione, mentre il momento più buio coincide con la contestazione della Curva Nord in Inter-Cagliari, quando sbaglia malamente un calcio di rigore. Evidenti anche i miglioramenti nella partecipazione alla manovra.
Candreva 6.5
Rete spettacolare con il Southampton a parte, è autore di un inizio di stagione diversamente brillante. L’arrivo di Pioli lo rigenera: sono tre gol nelle ultime sei partite del 2016 e la sua spinta sulla fascia destra si fa sempre più convincente. A volte esagera cercando la giocata individuale, ma per l’Inter è una pedina chiave nella corsa all’Europa.
Perisic 6
Se si conta solo il campionato, “Ivan il Terribile” è, dopo Icardi, il secondo miglior realizzatore dell’Inter con quattro centri, due dei quali pesantissimi contro Juventus e Milan. Uno score accettabile, anche se l’ala croata difetta in continuità, alternando prestazioni in versione macchina da guerra ad altre in cui sembra avere la testa altrove.
Eder 5.5
Generosità a palate, ma la vena realizzativa dell’epoca blucerchiata dov’è finita? La splendida rete di Bergamo e la doppietta nell’inutile Inter-Sparta Praga sono gli unici squilli. De Boer lo schiera spesso, lasciando in panchina uno tra Perisic e Candreva. Il minutaggio dell’azzurro si riduce sensibilmente con Pioli.
Palacio 5.5
Riserva di esperienza e affidabilità. Tatticamente ancora utile, molto meno in zona gol. Va a segno nella sconfitta di Praga contro lo Sparta, mentre in Serie A gioca appena 146 minuti.
Biabiany s.v.
Il francese colleziona solo 149 minuti, tutti in Europa League. Lo scorso anno Mancini lo utilizzava sovente a partita in corso, ma ora nel ruolo c’è un certo affollamento.
Gabigol s.v.
Presentato in pompa magna con tanto di spot celebrativo della Pirelli, Gabriel Barbosa è ad oggi un oggetto misterioso. Né De Boer, né il suo successore Pioli si fanno intenerire dai 27,5 milioni sborsati da Suning per strapparlo alla concorrenza. Gioca complessivamente 20 minuti, scatenando l’ilarità dei tifosi. Con la Lazio ogni suo tocco di palla – sia esso un passaggio sbagliato o una rabona – è accolto dal boato del pubblico. Occhio che dal parallelismo con Ronaldo a diventare la caricatura di se stesso il passo è breve.
Jovetic s.v.
Fuori dalla lista Uefa, la sua prima parte di stagione si riduce a un supplizio. Penalizzato dal modulo che prevede Icardi unico centravanti, il montenegrino quasi certamente lascerà l’Inter a gennaio.
ALLENATORI
Stefano Pioli 6.5
Se l’Inter è tornata a essere una squadra compatta ed equilibrata lo deve soprattutto al tecnico parmigiano, che da “normalizzatore” si è presto trasformato in “potenziatore”. I nerazzurri cambiano marcia dal suo arrivo, vincendo quattro partite su sei in Serie A. L’ex Lazio punta forte su Marcelo Brozovic e risveglia l’estro sopito di Antonio Candreva. Se in futuro riuscirà a fare lo stesso con il soldato Kondogbia meriterà una statua alla Pinetina. Mezzo punto in meno per non essere riuscito a salvare l’Europa League, anche se la qualificazione era già ampiamente compromessa.
Frank De Boer 4
La Serie A non è l’Eredivisie. Lo capisce subito l’ex Ajax, che pretendeva più tempo per trasmettere il proprio credo tattico. La verità è che nell’ultima partita sulla panchina nerazzurra, a Genova contro la Sampdoria, l’Inter appare un’accozzaglia di nomi messi su un prato verde senza alcuna logica. Incapace di gestire lo spogliatoio (il caso Brozovic è esemplificativo), ha sulla coscienza un’assurda eliminazione in Europa.
Stefano Vecchi s.v.
Traghettatore nel passaggio da De Boer a Pioli, l’allenatore della Primavera nerazzurra è promosso alla guida della prima squadra per due sole partite. Vince in casa con il Crotone e sfiora l’impresa a Southampton, quando l’Inter avrebbero potuto riaprire il discorso qualificazione. Le ultime speranze di una pur difficile riconferma crollano dopo il tragicomico autogol di Nagatomo al St Mary’s Stadium.
Roberto Mancini s.v.
Dissapori con la nuova proprietà innescano una telenovela stucchevole che accompagna i nerazzurri nella preparazione estiva. La puntata finale a due settimane dall’inizio del campionato, quando il tecnico di Jesi rescinde il contratto.