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“La pandemia è una montagna che iniziamo a scalare. Il protocollo sanitario è una vittoria. La soglia del 35% di contagiati ci pone al riparo da divieti difformi delle singole Asl. Non accadrà più che si giochi con undici positivi e si resti bloccati per tre. È una garanzia che il virus non intaccherà d’ora in poi la regolarità della competizione”. Queste le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina, intervistato dal Corriere dello Sport riguardo alla situazione Covid e al nuovo protocollo.
Sul limite dei 5mila spettatori, Gravina dichiara che “si è trattato di un atto di responsabilità. L’auspicio è che, usciti tutti vaccinati dal picco, si torni a una capienza del cento per cento. Il calcio si confermerebbe apripista della sicurezza e della normalità. Al 20 dicembre avevamo un numero di casi inferiore ad altri settori. Il rompete le righe delle vacanze li ha fatti crescere, ma è anche vero che i ragazzi coinvolti si sono negativizzati in pochi giorni”.
“Creso sia arrivato il momento di provare – ha detto il Presidente della Federcalcio – Negli anni Novanta nessuno credeva ai tre punti per la vittoria e invece ha funzionato. I playoff in Lega Pro e in Serie B sono una garanzia di visibilità e un successo. Sarebbe un errore non testarli anche in Serie A, salvaguardando comunque il valore del merito sportivo raggiunto in classifica. Ma ci vuole una riforma, che riduca le squadre e modifichi il format. Ne guadagnerebbero qualità e competizione”.
Sugli errori degli arbitri: “C’è stato un grande cambiamento, Rocchi ha messo in campo tanti giovani. Sono prezzi da pagare, ma i risultati arrivano. Gli errori si sono ridotti ancora. La tecnologia ci aiuta. Qualcuno forse dimentica che non si sbaglia più un fuorigioco. Voglio aggiungere che ho molto apprezzato la reazione umana dei giocatori milanisti dopo l’errore, è un esempio di sportività”.
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