Serie A

Roma, Perotti e i gesti scaramantici: “Ne ho tantissimi, forse mi servirebbe uno psicologo”

Diego Perotti, Roma 2019-2020 FOTO FRAIOLI

“Riti scaramantici prima della partita? Servirebbero tre giorni e mezzo per raccontarli tutti…”. Queste le parole di Diego Perotti, attaccante della Roma, che durante una diretta sul canale Instagram della società giallorossa, ha rivelato alcune stranezze e scaramanzie che lo riguardano: “Giusto per raccontarne una, sono stato otto mesi ascoltando le stesse 15 canzoni in macchina, non sentivo altro. Devo riconoscere che forse dovrei fare qualche lavoro psicologico anche perché ho contagiato pure mia moglie”. Il calciatore argentino ha svelato, inoltre, di portare il giorno del match “sempre gli stessi orecchini e una collana”, di entrare in campo “sempre col piede destro” e di avere un’attenzione maniacale per il nodo degli scarpini: “Deve essere perfetto, altrimenti lo rifaccio da capo, posso metterci anche 5 minuti. E onestamente ne ho mille di queste cose. Il problema, almeno per me, è che la testa mi comanda tanto. Per dire, il giorno della partita vado al bagno in maniera più frequente rispetto al resto della settimana soprattutto se so di giocare titolare, se sto in panchina invece non succede. Avevo anche una bellissima foto di mio figlio maggiore con la maglia dell’Argentina. Mia moglie dietro mi aveva scritto delle parole bellissime, me la sono portata dietro per un paio di partite ma poi non ho giocato bene e allora la foto è rimasta a casa“.

A tutto questo si aggiunge anche qualche disturbo nei confronti della luce e del dormire: “Per dormire deve essere tutto buio, se vedo una piccola luce tipo quella della tv la devo coprire con qualcosa. Quando abbiamo giocato contro il Borussia Moenchengladbach è stata una brutta partita da parte mia, sono entrato nel secondo tempo e ho giocato molto male. Stavamo in Germania e l’albergo era bello, ma al momento di dormire c’era tutta luce in camera e alle sei del mattino io stavo ancora con gli occhi aperti, non ho dormito. Non è una scusa, ma capita quando non stai a casa tua”.

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