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Inter, ora è crisi. La Roma si rilancia, Inzaghi perde la quarta su otto ed eguaglia il record negativo

Inzaghi e Farris
Inzaghi e Farris - Foto LiveMedia/Nderim Kaceli

Adesso è crisi. Non di gioco o di prestazione, perché paradossalmente contro la Roma l’Inter non ha assolutamente meritato di perdere e sembrava più quella dello scorso anno che quella di quest’avvio disastroso, ma con quattro sconfitte nelle prime otto, più o meno tutte quelle che si possono concedere in un intero anno a chi vince lo scudetto, puntare al suddetto diviene impossibile. E se è impossibile pensarci dopo otto giornate, è chiaro che qualcosa non va. Quattro ko su otto è record negativo eguagliato, proprio come nel 2011 con Gasperini rimpiazzato da Ranieri al pronti-via. Una delusione dietro l’altra, tre sconfitte nelle ultime quattro e la sensazione che questa squadra non sia tranquilla. Per uscire fuori da questo imbuto, figlio probabilmente dello scudetto perso lo scorso anno come sappiamo, occorre una scossa. Che sia l’esonero di un Inzaghi che non ha troppe colpe ma che non sembra l’uomo di carisma che servirebbe a questa squadra ora, oppure avvicendare qualcuno in campo che ha perso un po’ lo smalto, vedi Bastoni e Handanovic su tutti, ma anche Skriniar, poco importa in questa fase: bisogna svoltare, perché segnare così poco e subire così tanto, peraltro in questi modi evitabili, è un bel problema.

La Roma ringrazia e riparte dopo lo stop contro l’Atalanta, immeritato ma che aveva messo in luce il solito discorso legato ai big match. E’ vero, l’Inter è in difficoltà, ma la vittoria nello scontro di prestigio finalmente arriva per Mourinho, nascosto non si sa dove a San Siro da squalificato e vincente contro la squadra con la quale ha vinto tutto. I giallorossi 2.0 dello Special One sembrano aver fatto grandi progressi dal punto di vista psicologico, non sbandano mai (tranne a Udine) e rimangono sempre aggrappati anche andando sotto. Quando davanti hai Dybala e Pellegrini è più facile, e anche rinunciare ad Abraham diventa un’opzione. Alla fine, però, l’arma letale di questa squadra è il colpo di testa da piazzato, e Smalling piazza ancora il colpo. Sognare in grande si può per i giallorossi, che sdoganano il tabù big match e adesso vogliono aggredire lo scudetto.

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