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“Ho ricevuto più richieste sul campo Testaccio che sul Flaminio“. Lo ha dichiarato l’assessore allo sport del Comune di Roma Daniele Frongia a margine di un evento che si è tenuto a Ostia. Un intervento quello dell’assessore che fa capire l’importanza per i romani di un impianto che ha accompagnato le vicende della Roma dal 1929 al 1940, anno della demolizione. I tifosi giallorossi ancora oggi cantano allo stadio l’inno “Campo Testaccio”, un omaggio musicale a quella squadra che non ottenne successi sul campo ma che restò nel cuore per il suo spirito gladiatorio e il suo legame con il rione, eppure oggi l’impianto versa in uno stato di abbandono.
‘Il Tempo’ ha riportato altre parole dell’assessore: “Abbiamo il bisogno di ristrutturarlo e gestirlo in piena filosofia del nostro regolamento: con attività sociali, per i disabili, per il quartiere. Purtroppo non posso metterlo a bando perché è ancora un pup (programma urbano parcheggi, ndr)”. Ma c’è dell’altro che non fa che confermare il lato paradossale della vicenda: “Ancora non si trovano le chiavi dove dobbiamo fare una bonifica. I vigili ci hanno risposto che le chiavi non si trovano, adesso le richiederemo alla Mobilità. Probabilmente le chiavi sono ancora in mano al concessionario con cui abbiamo vinto la causa. È assurdo”.