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Italia imprecisa e tradita dal campo, con la Polonia arriva un pareggio che può esserci utile

Alessandro Florenzi - Foto Nazionale Calcio CC BY 2.0

Una partita complicata per l’Italia, ma c’era da aspettarselo. Qualche assenza, una nazionale fisica e spigolosa (e con un bomber di razza che purtroppo agli azzurri sembra un po’ mancare) come avversaria, si è aggiunto anche un terreno di gioco inadeguato per un match di Nations League: la Polonia è stato un test ben più probante della Bosnia e forse anche rispetto all’Olanda e usciamo da Danzica con un pareggio non entusiasmante che prolunga la striscia positiva, ma senza gol all’attivo e con un girone che un po’ si complica seppur continuando a vederci in testa. La Nazionale, a ogni modo, adesso sa che può giocare in casa contro le più forti del raggruppamento per arrivare prima e volare alle Finals, ma probabilmente al ritorno nelle tre partite servirà qualcosa in più.

Un match con diversi errori tecnici e un po’ di imprecisione, soprattutto da parte del centrocampo. Jorginho, per usare un eufemismo, non ha certo giocato la sua miglior partita, Barella ha messo sostanza e poca qualità, mentre è stato sicuramente Verratti il migliore in campo degli azzurri. Il problema, però, è anche in attacco: Caputo nei pochi minuti giocati ha fatto più di Belotti in tutta la partita, e senza il Gallo squalificato contro l’Olanda Immobile, il grande escluso di stasera, può tornare dal 1′ per provare a convincere Mancini. La prestazione un po’ incolore degli azzurri, che dimostrano comunque la solita tenuta difensiva ammirata in questo biennio – la si può spiegare col campo in condizioni pessime che non ha certo favorito la squadra tra le due più tecniche, ma è da sottolineare la solita grande applicazione e il senso di appartenenza, anche se non si sono viste certe trame di gioco ammirate in altri impegni. Una partita, dunque, interlocutoria, in attesa di capire qualcosa di più sugli azzurri, ma che può aiutarci a riflettere: siamo davvero pronti per l’Europeo? Verrebbe da dire sì, ma si può fare comunque sempre di più.

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