Champions League

Juventus, così non va: al ritorno serve un’altra squadra

Cristiano Ronaldo, Juventus - Foto Antonio Fraioli

Non ci si può più nascondere: la Juventus non può più permettersi di non giocare la Champions League al massimo delle sue possibilità. La formazione di Sarri questa sera al Parc OL ha giocato una gara da incubo, imbrigliata dai francesi di Rudi Garcia e dal gol di Tousart, beffardamente arrivato in momentanea inferiorità numerica. L’aria si fa pesante soprattutto attorno al tecnico ex Napoli, il quale alla vigilia aveva provato a togliersi di dosso un po’ di pressione: “Dobbiamo vincere il campionato, la Champions è un sogno”.

Il danno tuttavia è fatto e a Torino servirà vincere con due gol di scarto per accedere ai quarti di finale della competizione, obiettivo che può essere considerato minimo per una società che non ha lesinato certo investimenti, andando a prendere l’uomo Champions per eccellenza, Cristiano Ronaldo: motivo in più per il quale la Coppa dalle grandi orecchie non debba essere un sogno, ma debba tramutarsi in realtà, soprattutto in questa edizione in cui sembra non ci sia un vero padrone favorito. Il ko di Lione riapre le discussioni intorno a Sarri e soltanto la gara di ritorno potrà evitare che le critiche si trasformino in un vero e proprio processo con sentenza già scritta: l’esonero. Se la Juventus dovesse fallire in maniera così clamorosa in Europa, per il tecnico di Figline il futuro sarebbe praticamente segnato: immediata partirebbe la caccia al successore per la prossima stagione con il sogno Guardiola che Agnelli non ha smentito. Quasi tutta la tifoseria bianconera è contro al proprio tecnico: quest’ultimo ha un’ultima chance per farsi ripagare, ossia quella dell’Allianz Stadium, in un match di ritorno dove la Juve comunque resta favorita.

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