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“Con l’Hellas Verona non è scattata la scintilla, l’ho capito subito. E’ come stare con una donna e accorgersi di non avere voglia di passarci del tempo insieme. Una questione di feeling, di aria. L’ho detto al presidente Setti, al direttore sportivo Fusco ed all’allenatore Pecchia. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa“. Antonio Cassano motiva così il suo nuovo dietrofront nell’ultima avventura calcistica della sua carriera. In un’intervista a ‘La Stampa‘, Fantantonio ha parlato della sua scelta di lasciare il Verona per proseguire altrove: “La vita è fatta di scelte. Anche professionali. Si può farne una che si ritiene giusta e poi ripensarci, è successo miliardi di volte nel mondo. Ma se capita a un calciatore fa più clamore. Se poi è Cassano, allora è matto“.
Cassano punta il dito contro i media e smentisce tutte le voci riguardo la nostalgia di casa: “La nostalgia di casa non c’entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte. Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Poi sono state scritte altre cose, ma la verità è questa. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato“.
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Uno sguardo al futuro tra l’opzione Entella in Serie B e Marco Giampaolo per un ritorno clamoroso alla Sampdoria: “La sfida sarebbe grande, tentare il ‘miracolo’ Serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo accettato, ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in Serie B. Sampdoria? In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Chi mi vuole deve chiamare me, non ho procuratori“.