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“Per me è una sfida difficile ma affascinante. Qui ci sono gli allenatori più forti del mondo ed i giocatori più forti del mondo. Non stravolgerò il mio gioco: per fare bene ho bisogno di divertirmi e poi ho visto che nell’ultimo anno la Premier è stata vinta da una squadra non tipicamente inglese nel gioco“. Queste le dichiarazioni di Maurizio Sarri nella conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore del Chelsea. L’ex tecnico partenopeo, nel primo pomeriggio di mercoledì 18 luglio, si è presentato di fronte alla stampa inglese parlando anche della sua vecchia esperienza al Napoli: “Avevo una situazione da risolvere con il Napoli e non avevo pianificato niente prima. Sapevo che il Chelsea fosse interessato alla mia clausola però poi la situazione si è risolta solamente pochi giorni fa. Io ho un ricordo stupendo di Napoli, tifosi e città che amo. Poi se ci siamo lasciati male con società e presidente penso ci siano stati degli errori da una parte e dall’altra. Il presidente probabilmente ha interpretato male i miei silenzi, tutto lì. Penso che nei prossimi anni questo sarà superato“.
Tra le domande più frequenti c’è proprio quella riguardo il gioco divertimento, nella speranza che esso porti trofei al club londinese: “Divertirsi fa vincere trofei? A volte sì, a volte no. Penso sia meglio divertirsi e vincere. Penso e credo che i tifosi del Chelsea si divertiranno. Tutto ciò dipenderà dalle caratteristiche dei giocatori. Un allenatore se ha una squadra prevalentemente fisica la fa giocare in maniera fisica, al contrario con la squadra tecnica. Io sono convinto che se una squadra in campo si diverte spesso riesce a far divertire gli spettatori. Questo è già tanto poi chiaramente c’è l’obiettivo materiale che è quello di raggiungere risultati di livello“. Sulle possibili partenze di Hazard, Willian e Courtois, Sarri preferisce sviare le domande riguardanti il mercato: “Tutti noi vorremmo sempre tenere i giocatori più forti. Questo lo vuole fare qualsiasi allenatore e qualsiasi società. Vedremo come andrà il mercato nei prossimi giorni. Io vorrei chiarire che mi sento molto più un allenatore da campo che non un manager a tutto tondo. Penso di essere uno dei pochi allenatori che è annoiato dal mercato. A me non piace parlare molto di mercato e non piace interessarmi. Il compito di noi allenatori sia molto più quello di far crescere i giocatori“.
Infine sulla squadra e sul modo di intendere il calcio da parte di Antonio Conte: “Non ho avuto modo di sentire Conte. Mi piace molto non essere condizionato da niente e nessuno, dai giudizi che vengono dati per visioni differenti. Antonio qui ha fatto risultati straordinari e li ha fatti ovunque. È chiaro che io alleni in maniera leggermente diversa. Questo è un momento post Mondiali con tanti giocatori che devono ancora rientrare. Tutte le cose buone che ha fatto Conte non fanno disperse però è anche vero che nel calcio attuale i tempi stanno diventando sempre più questi. Bisogna saper imporre la propria filosofia di calcio in tempi minori rispetto a quelli a cui eravamo abituati“.