Basket Nba

NBA 2018/2019: Charlotte vince con un buzzer-beater storico di Lamb, capolavoro Aldridge contro i Celtics

La notte italiana tra domenica 24 e lunedì 25 marzo ha visto in scena lo svolgersi di otto partite della regular season NBA 2018/2019. Senza mancare di rispetto ai 48 punti conditi da 13 rimbalzi di LaMarcus Aldridge (dominante nella vittoria degli Spurs al TD Garden di Boston), ma la vera giocata della notte arriva dalla partita tra Hornets e Raptors: la decide Jeremy Lamb che, con la squadra a -1, lascia partire un tiro senza alcun senso da quasi 15 metri che sbatte contro il tabellone e si insacca; questa magia dà ossigeno e speranza agli Hornets in ottica playoff. Torna Steph Curry dopo il giorno di riposo contro Dallas: automaticamente ritorna la vittoria per i Warriors contro i Pistons, riprendendosi il primo seed ad Ovest. Gallinari non è nuovo nel guidare i Clippers insieme a Lou Williams: si conferma anche questa notte con 26 punti, che vanno aggiunti ai 29 del suo “partner in crime”. Tonfo clamoroso dei Nuggets in casa dei Pacers, dove Bojan Bogdanovic è caldissimo con 35 punti a referto.

San Antonio Spurs-Boston Celtics 115-96

Solamente due settimane fa i Boston Celtics sembravano aver voltato pagina nel loro viaggio aereo verso la California, dove avevano ricostruito il loro spirito di squadra (o almeno così sembrava), per poi raccogliere tre vittorie su quattro in meno di sette giorni. Oggi invece la situazione è di nuovo ripiombata nel caos: dopo aver perso malamente a Charlotte, i biancoverdi sono rientrati a casa e sono stati battuti sonoramente dai San Antonio Spurs, tanto che dopo la partita si sono fermati a lungo per discutere della loro striscia di quattro sconfitte consecutive tra le mura dello spogliatoio. A mandarli in crisi è stata una prestazione straordinaria di LaMarcus Aldridge, che quando è in giornata è letteralmente inarrestabile: il lungo texano ha chiuso con 48 punti, 13 rimbalzi e 6 assist, mandando a segno 20 dei 31 tiri tentati (con anche una tripla a bersaglio) e 7 degli 8 liberi guadagnati. Una prestazione tale da rendere pressoché superflui i contributi dei compagni, con DeMar DeRozan preoccupato soprattutto di servirlo (16 punti e 11 assist) e il solo Patty Mills sopra la doppia cifra con 12. Anche Marco Belinelli si è preso una serata di “relax” chiudendo con 5 punti e 4 rimbalzi, senza far pesare troppo il suo 1 su 6 dalla lunga distanza sull’economia dell’attacco nero-argento. D’altronde l’esplosione di Aldridge aveva già permesso agli ospiti di chiudere il primo tempo avanti di sette lunghezze (54-47) che sono diventate 12 in apertura di ultimo quarto (84-72), lievitando fino al +25 che ha di fatto chiuso la contesa.
A fornire le attenuanti generiche ai padroni di casa ci pensa l’infermeria, riempita da giocatori chiave come Jayson Tatum (botta alla schiena) e Al Horford (ginocchio dolorante) che avrebbero fatto comodo contro un avversario del genere. A guidare i bianco-verdi è stato Marcus Smart, mentre Kyrie Irving ha chiuso con 11 punti e 12 assist, frutto di un brutto 5 su 17 dal campo in parte dovuto anche a un colpo all’indice della mano sinistra che lo ha costretto a rientrare negli spogliatoi nel primo quarto. Sempre negli spogliatoi si è tenuto poi l’ennesimo incontro a porte chiuse di questa frustrante stagione dei Celtics, dal quale è poi emerso Irving per parlare alla stampa: “Vincere è difficile. Gli ambienti delle squadre sono difficili” ha detto il numero 11. “Non è così semplice come sembrerebbe ascoltando tutti quelli che parlano di quello che accade in questa squadra. Nessuno si trova nella mia posizione. Nessuno qui. Perciò non mi aspetto che nessuno lo capisca. E nessuno ne può parlare. Il mio obiettivo è capire che ragazzi ho in questo spogliatoio per tirare fuori loro il meglio, e per fare in modo che loro tirino fuori il meglio da me”. Anche coach Brad Stevens, criticato da Irving solo 24 ore fa a causa del mancato raddoppio su Kemba Walker, è arrivato in ritardo all’appuntamento con i reporter: “C’è sicuramente della frustrazione. Ma non possiamo salire sulle montagne russe. Dobbiamo migliorare ancora tanto”. Su questo, almeno, sono tutti d’accordo, visto il deludente quinto posto (43-31) con due partite di ritardo dagli Indiana Pacers (45-29).
Gli Spurs hanno vinto dieci delle ultime 12 partite disputate: si trovano ora sempre all’ottavo seed (43-31), ma con sola mezza partita di ritardo dai Thunder (43-30) e dai Jazz (43-30). Per LaMarcus Aldridge sono arrivati il settimo quarantello in carriera e la doppia-doppia numero 27 in stagione. Prossima partita: mercoledì notte, allo Spectrum Center di Charlotte.
In questa stagione non era mai successo che il miglior marcatore di squadra  dei Celtics chiudesse con 14 punti (season-low): ancora più raro che questo marcatore non sia Irving. Con la partita di stanotte Irving totalizza 18 partite con 10 o più assist generati: è il massimo dalla stagione 2012/2013, in cui Rajon Rondo ha avuto 27 partite con così tanti assist. Prossima partita: mercoledì notte, alla Quicken Loans Arena di Cleveland.

Charlotte Hornets-Toronto Raptors 115-114

Nel primo weekend della March Madness, la giocata più assurda non è arrivata nel Torneo della NCAA ma bensì dal Canada: e il protagonista è Jeremy Lamb. La guardia degli Charlotte Hornets ha segnato uno dei buzzer beater più incredibili degli ultimi annisegnando da oltre metà campo per dare ai suoi una vittoria insperata su uno dei campi più difficili della NBA. Una “tabellata” su cui ha influito in maniera pesante la Dea Bendata, visto che si tratta solamente del secondo canestro della vittoria da oltre metà campo negli ultimi vent’anni, con solamente quello di Tyreke Evans nel dicembre 2010 ad essere stato segnato da più lontano (circa 15 metri contro i 14 e mezzo di Lamb, che ha trovato l’appoggio del tabellone). “È una sensazione bellissima: abbiamo combattuto per tutta la partita, tutti hanno dato la loro mano” ha detto l’eroe di serata, uno dei sette giocatori in doppia cifra guidati dai 20 di Dwayne Bacon e dalla doppia doppia da 15+13 di Kemba Walker (che però ha tirato 3 su 17 dal campo). Ai Raptors rimane il rammarico di veder sfumare in questa maniera una vittoria già praticamente conquistata con la doppia giocata di Kawhi Leonard, che prima ha segnato il canestro del sorpasso a 44 secondi dalla fine e poi ha stoppato Walker in difesa. Il suo errore a meno di 6 secondi dalla fine ha però lasciato uno spiraglio a Lamb che ha sganciato “una bomba contestata”, come l’ha definita il suo allenatore James Borrego.
Le ultime due vittorie arrivate in maniera rocambolesca mantengono gli Hornets (34-39) a due partite di distanza dall’ottavo posto a Est, anche se c’è da sorpassare la concorrenza di Orlando (35-38) per rimontare Miami (36-37). Ancora non a disposizione di coach Borrego Tony Parker (motivi personali), Cody Zeller (ginocchio sinistro), Nicolas Batum (malattia) e Micheal Kidd-Gilchrist (protocollo a causa di una commozione cerebrale). Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i San Antonio Spurs.
I Raptors peggiorano il loro record in casa sul 29-8 (secondo migliore nella lega dopo quello dei Bucks sul 30-6). Kawhi Leonard ha terminato la partita con 28 punti a referto, mentre Pascal Siakam ha contribuito con 23 punti. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i Chicago Bulls.

Detroit Pistons-Golden State Warriors 114-121

In un colpo solo i campioni in carica hanno ritrovato Steph Curry e primo posto a Ovest (50-23), complice la sconfitta di Denver (49-23) a Indianapolis. Ed è bastato il ritorno in campo del numero 30 (a cui era stata data una serata libera contro Dallas) per rimettere a posto tutto, con il due volte MVP che ha segnato 26 punti e il suo “Splash Brother” Klay Thompson ad aggiungerne 24 per avere ragione dei Detroit Pistons. Kevin Durant non ha avuto bisogno di mettere le marce alte chiudendo con 14 punti e 11 assist, seguito da 14 punti con 8 passaggi vincenti di Draymond Green per riprendersi mezza partita di vantaggio sui Nuggets e raggiungere quota 50 vittorie in stagione (la sesta in fila, record di franchigia).
Con la sua unica tripla di serata, Kevin Durant pareggia Glen Rice al venticinquesimo posto all-time per triple segnate (1.559). Out questa notte DeMarcus Cousins e Andre Iguodala, sempre per quanto riguarda il discorso del back-to-back. Prossima partita: giovedì notte, al FedExForum di Memphis
Nonostante i 24 punti di Blake Griffin e i 20 di Luke Kennard, i Pistons con questa sconfitta scivolano invece al settimo posto a Est (37-36), che darebbe loro una serie molto affascinante con i Toronto Raptors, visti i trascorsi di coach Dwane Casey con la squadra canadese. Da segnalare la consegna dell’anello di campione 2018 a Zaza Pachulia, alla sua unica visita stagionale in casa dei suoi ex compagni. I Pistons hanno perso tredici degli ultimi 16 confronti contro i Warriors. Prossima partita: mercoledì notte, al Pepsi Center di Denver.

Los Angeles Clippers-New York Knicks 124-113

Un successo da grande squadra, da gruppo consapevole, da franchigia pronta e in forma per affrontare i playoff. Danilo Gallinari sorride a fine partita nel suo vecchio  Madison Square Garden, la prima arena NBA “di casa” in cui ha giocato nei suoi primi anni in NBA. Al termine dell’unica sfida stagionale a New York contro i Knicks, il numero 8 azzurro è riuscito a mantenere aperta la miglior striscia realizzativa della sua carriera: nona gara in fila con almeno 20 punti a referto. Alla sirena finale sono 26, nonostante le modeste percentuali al tiro (5 su 16 dal campo, 3 su 10 dall’arco), sapientemente compensate dai tanti viaggi in lunetta (13 su 14 a cronometro fermo), una sentenza per uno dei migliori tiratori di liberi dell’intera Lega. Meglio di lui soltanto Lou Williams (29 punti di cui 15 nel quarto periodo, condito da un eloquente +29 di plus/minus), che mette il suo zampino negli ultimi minuti della sfida, con i Clippers incapaci di prendere il largo nel punteggio, ma sempre in pieno controllo della sfida. I Knicks inseguono per 48 minuti, ma lo svantaggio non va mai oltre le 14 lunghezze che a metà secondo quarto avevano lasciato immaginare per qualche istante che la gara si potesse concludere con largo anticipo. Il grande ex di giornata DeAndre Jordan (dieci anni ai Clippers e decine di record di longevità infranti con la maglia della squadra di Los Angeles) e gli altri titolari del quintetto di New York fanno il possibile per tenere a galla i padroni di casa, nonostante l’evidente differenza nei rapporti di forza tra le squadre. Jordan chiude con 20 punti e 14 rimbalzi, mentre Emmanuel Mudiay aggiunge 26 punti grazie a un’ottima prova al tiro. Kevin Knox invece è costretto ad alzare bandiera bianca a fine primo tempo a causa di un problema alla caviglia destra, ma al suo posto Lance Thomas si accende nel quarto periodo per continuare a tenere in vita i Knicks.  I Clippers si prendono di forza la decima vittoria nelle ultime 11 gare e il virtuale quinto posto a Ovest. Landry Shamet è stato costretto uscire all’interno del terzo quarto a causa di un infortunio alla caviglia. Prossima partita: mercoledì notte, al Target Center di Minneapolis.
A New York invece resta soltanto l’ennesima sconfitta (la quarta consecutiva) di una stagione che fortunatamente per loro sta per giungere al termine. Assenti Frank Ntilikina (inguine), Dennis Smith Jr. (schiena), Noah Vonleh (distorsione caviglia destra) e Allonzo Trier (stiramento polpaccio sinistro). Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Toronto Raptors.

Altre dai campi:

In una delle sfide più attese della notte, quella tra Indiana Pacers e Denver Nuggets, la formazione guidata da Nate McMillan si aggiudica la vittoria con un netto 88-124 e torna al successo dopo quattro sconfitte consecutive. Dopo un buon primo quarto (23-27), gli ospiti calano drasticamente già nel secondo parziale (46-62) per poi sprofondare definitivamente nella ripresa. Protagonista indiscusso della serata Bojan Bogdanovic (35 punti e 13 su 16 dal campo), ben supportato da Myles Turner (17 punti e 11 rimbalzi) e Domantas Sabonis(15 punti e 13 rimbalzi). Tra gli uomini di Michael Malone si salva soltanto Nikola Jokic (19 punti e 11 rimbalzi).
Successo e deciso passo avanti verso i playoff per gli Houston Rockets sul campo dei New Orleans Pelicans con il punteggio di 113-90. La formazione di Mike D’Antoni mette in chiaro le cose sin dal primo quarto (33-19) e amministra il margine senza rischiare nulla nel resto della partita. Il miglior realizzatore è come al solito James Harden (28 punti), seguito da Eric Gordon (18 punti). Frank Jackson (19 punti) e Julius Randle (15 punti) provano invano a tenere in partita i padroni di casa.
Risultato mai in discussione tra Milwaukee Bucks e Cleveland Cavaliers con la formazione di casa che si impone per 105-127 grazie alla doppia-doppia del solito Giannis Antetokounmpo (26 punti e 10 rimbalzi) e ad un’ottima prestazione corale, con ben sette giocatori in doppia cifra. Kevin Love (20 punti e 19 rimbalzi) e Jordan Clarkson (19 punti) sono invece i migliori tra le fila degli ospiti.
Successo infine dei Los Angeles Lakers sui Sacramento Kings per 106-111. La formazione di Luke Walton chiude una striscia di cinque sconfitte consecutive grazie alla coppia formata da LeBron James (29 punti, 11 rimbalzi e 11 assist) e Kyle Kuzma (29 punti), ma il risultato non basta per rientrare nella lotta per i playoff, già matematicamente irraggiungibili. Marvin Bagley (25 punti e 11 rimbalzi) non riesce ad evitare la sconfitta agli ospiti, che vedono aumentare il distacco dall’ottavo posto.

Tutti i risultati della notte tra domenica 24 e lunedì 25

San Antonio Spurs-Boston Celtics 115-96
Charlotte Hornets-Toronto Raptors 115-114
Detroit Pistons-Golden State Warriors 114-121
Los Angeles Clippers-New York Knicks 124-113
Denver Nuggets-Indiana Pacers 88-124
Houston Rockets-New Orleans Pelicans 113-90
Cleveland Cavaliers-Milwaukee Bucks 105-127
Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 106-111

SportFace