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ESCLUSIVA – Matteo Rizzo: “Mi piace pensare che Freddie Mercury mi guardi da lassù”

Matteo Rizzo
Matteo Rizzo - Foto Giacomello

Una breve pausa per respirare e ricaricare le pile, dopo la storica cavalcata verso il bronzo agli Europei di fine gennaio, partendo dalla decima posizione. Poi il “gioiellino” di casa Icelab, Matteo Rizzo, ha intensificato nuovamente allenamenti e preparazione in vista dei due importanti appuntamenti che valgono il finale di stagione. Dal 2 al 12 marzo, Krasnoyarsk, in Russia, ospita le Universiadi Invernali 2019; dal 20 al 24 marzo, infine, si vola a Saitama, in Giappone, per i mondiali ISU.

“Non ci sono obiettivi precisi, né a livello di piazzamento né di punteggio – dice Matteo in esclusiva ai microfoni di Sportface.it – perché il mondiale è un appuntamento talmente importante che ciò che più conta è pattinare i due programmi al meglio, puliti, e poi il risultato vien da sé”.

Difficile credere che il vicecampione nazionale delle Fiamme Azzurre non ambisca alla top five o alla top ten, anche se da lui, in effetti, c’è da aspettarsi di tutto. Senza troppi patemi, ha avuto l’ardire di lasciare il libero costruito sul medley dei Rolling Stones che lo aveva accompagnato nella prima parte della stagione e lo ha sostituito al volo con quello dei Queen, dopo essere andato al cinema con la fidanzata (ndr: Micol Cristini, pattinatrice Icelab) ed essersi innamorato di Bohemian Rhapsody.

Foto Giacomello

“Il 3 gennaio ho visto il film, il 6 già avevo cambiato programma” rivela. Non appena rientrato, con ancora nella testa e nel cuore le emozioni della pellicola di Bryan Singer, vincitrice di 4 premi Oscar, comunica agli allenatori, Franca Bianconi e papà Valter Rizzo, la volontà di cambiare. L’ok arriva senza problemi, e si comincia a lavorare anche con Ondrej Hotarek per la parte tecnica e con Corrado Giordani per quella artistica.”Ho deciso di presentarlo direttamente a Minsk, – racconta – forse è stata una scelta un po’ azzardata, ma ero sicuro di me e ho portato avanti con tutte  le forze questa idea. Alle porte c’erano gli Europei, ma se ci fosse stata la prima gara nazionale della stagione sarebbe cambiato poco. Ero convinto di quello che volevo. Franca e papà non hanno obiettato, anzi. Abbiamo cominciato a provarlo subito, l’abbiamo perfezionato nelle ultime due settimane e il risultato mi ha dato ragione. Anche a livello di immagine ha avuto un buon riscontro, ho ricevuto complimenti praticamente da tutti”.

Un aneddoto che forse non tutti conoscono è che Matteo Rizzo è nato lo stesso giorno di Freddie Mercury, il 5 settembre. Del 1946 Freddie, del 1998 Matteo. 52 anni di differenza, e una musica, quella dei Queen, che, parlando in termini di generazione, non appartiene al pattinatore azzurro. Eppure un legame c’è, ed è forte. “Ho sempre saputo di essere nato nel suo stesso giorno – confida Matteo – e ho sempre amato i Queen. Chiunque ami la musica non può non amarli e io sono cresciuto in una famiglia che li adorava.  Le loro canzoni, inoltre, sono sempre state molto usate nel pattinaggio. Insomma, sono maturato con loro e sono davvero felice per questi 4 Oscar che Bohemian Rhapsody ha conquistato, e soprattutto per quello di Rami Malek che già avevo avuto modo di apprezzare in altri film e serie tv. Mi piace pensare che Freddie, a Minsk, mi abbia guardato e protetto da lassù e che continuerà a farlo”. La differenza nell’intensità della pattinata si è vista subito, e l’ha fatta quel feeling immediato con le nuove musiche che, nel vecchio programma, mancava. “Il libero di prima, purtroppo, non lo sentivo completamente mio, ma non so dire cosa mancasse, forse proprio un pizzico di affinità con la musica. Tutti lo avevamo capito, per questo nessuno ha insistito affinché lo tenessi, quando ho detto che volevo il medley dei Queen

Matteo Rizzo

Foto Giacomello

Il resto, a Minsk, è storia. Il quadruplo toeloop che apre un programma spaziale e che vale 165.67, il season best di 247.08, il podio e quell’esultanza alla Kylian Mbappé, il calciatore campione del mondo con la Francia che Matteo annovera tra i suoi sportivi preferiti, Ma adesso, come detto, si guarda avanti. Sabato scorso Matteo è partito per Krasnoyarsk, e nella città siberiana prenderà parte, per la prima volta, alle Universiadi. Con lui la Fisg ha convocato, per il pattinaggio di figura, anche Elettra Maria Olivotto (IceLab), Chiara Calderone (Agorà Skating Team), Mattia Dalla Torre (Aosta Skating Club 2000) e Pietro Papetti (Agorà Skating Team). La rassegna internazionale riservata agli atleti iscritti agli atenei di tutto il mondo vedrà gareggiare, in 11 discipline, circa 3000 partecipanti provenienti da 50 nazioni. Le gare di pattinaggio sono in programma dal 6 al 9 marzo, e quelle maschili, con Matteo tra i protagonisti, il 6 e il 7.

“E’ impossibile azzardare pronostici – afferma Matteo – perché vale più o meno lo stesso discorso del mondiale: devo solo pensare a pattinare al meglio. Certo, centrare la top five sarebbe stimolante, ma, comunque vada, sarà un test importante in vista del mondiale, perché il tempo tra una gara e l’altra sarà davvero poco. Nelle ultime settimane – continua – ho lavorato ogni giorno sulla parte coreografica, per aggiungere qualche nuovo particolare che può fare la differenza, ma per l’80% il programma che vedrete sarà lo stesso degli Europei, quadruplo compreso ovviamente, dato che senza ormai non si può essere competitivi. Di nuovo, invece, ci sarà il quadruplo anche nel programma corto. Abbiamo lavorato molto sulla qualità del salto – conclude – in estate, invece, ci sarò tempo per provarli tutti”.

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