Calcio

Torino, Djidji: “Serie A altro livello rispetto la Ligue: in Italia non ci si rilassa”

Levy Djidji, Torino 2019-2020 - Foto Fraioli

Koffi Djidji con un’intervista a 360 gradi rilasciata a “Les Reservistes” tramite una diretta su Instagram: tra i punti focali delle sue dichiarazioni ci sono l’impatto col calcio italiano, gli allenatori incontrati finora e, ovviamente, la situazione che l’Italia sta vivendo nei confronti dell’emergenza coronavirus. Di seguito le sue dichiarazioni complete:

SULLE SUE CONDIZIONI – “Noi stiamo tutti bene, a Torino siamo vicini alla Lombardia. Io abito al centro di Torino, la gente è disciplinata, ascoltano le regole contrariamente alla Francia, per quanto ho visto. È un mese e un giorno che siamo confinati, iniziano a scendere i morti. La mia famiglia sta bene, il messaggio importante è restare a casa”.

SULLA COMUNICAZIONE COL CLUB“Abbiamo un gruppo WhatsApp, i preparatori inviano degli esercizi da fare. Io faccio quel che posso in appartamento. Sono esercizi basati sulle gambe, sugli addominali. Dopo un mese senza fare niente non c’è ritmo, ma non sono vacanze. Non facciamo cambio di ritmo”.

SULLE DIFFERENZE TRA SERIE A E LIGUE 1La Serie A è a un altro livello rispetto alla Ligue 1, non voglio denigrarla ma ci sono più grandi club. In Italia tutti i match sono difficili, in Francia ogni tanto ci si rilassa con le squadre di bassa classifica. A livello fisico non ho mai sofferto come qui, e a me piace correre. In ritiro si corre ogni pomeriggio, in Francia non è così”.

SUGLI ALLENATORI PIU’ SIGNIFICATIVIIl più significativo, francamente, Conceição. Il suo carattere, quella forma d’arroganza, che rivedo in Guardiola. Come allenatore, dal punto di vista tattico, e come uomo è un allenatore di livello top. Con Ranieri anche mi sono trovato bene, ci si allenava tanto, ma era un bel faticare. Mazzarri mi ha detto ‘Allenati bene, quando vedrò che stai bene ti butterò dentro’. È successo con l’Atalanta, lì ho capito il livello della Serie A”.

SU BELOTTI“È molto discreto fuori dal campo, molto introverso. Francamente non lo conosco molto. È un giocatore importante per la squadra, il capitano. È il punto di riferimento per tenere su il pallone. Abbiamo provato con le grandi di essere una buona squadra, ma certe cose non sono girate per il verso giusto”.

SUL DERBY“Niente a che vedere con quelli in Francia, i tifosi, particolarmente del Toro, ti supportano davvero. Anche a Nantes c’erano partite importanti, ma anche in questo caso in Italia c’è un altro livello. Quando arrivi allo stadio ci sono già i tifosi, senti i colpi sul bus quando ci si avvicina alla partita. È impressionante, la gente rispetta il calcio”.

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