Serie A

Serie A 2016-2017, Torino: il pagellone della stagione

Andrea Belotti - Foto Antonio Fraioli

Tempo di bilanci per tutte le squadre di Serie A, che hanno appena concluso il proprio campionato. Le valutazioni non possono certo essere positive per il Torino, che chiude la stagione al nono posto. Un piazzamento lontano dall’Europa, che ad inizio stagione sembrava poter essere un obiettivo quantomeno avvicinabile, anche se difficilmente raggiungibile, dagli uomini di Sinisa Mihajlovic. Per il tecnico il futuro all’ombra della Mole appare quantomeno incerto.

Andiamo quindi con ordine ad analizzare la stagione della rosa granata, giocatore per giocatore.

Andrea Belotti, voto 9: inevitabile iniziare il pagellone granata con il “Gallo”, autentico simbolo del Toro di quest’anno. Un giocatore che incarna quello spirito combattivo che piace sia al pubblico piemontese che a Mihajlovic, ma non solo: 26 gol e un’importanza capitale nel gioco della sua squadra. Non raggiunge il 10 solo per un finale di stagione in calando, che gli impedisce di contendere a Dzeko la palma di capocannoniere. Poco importa, perchè l’Italia ha un nuovo centravanti su cui puntare fortemente. Per il Torino adesso si apre un’estate di passione per trattenere il bomber ambitissimo anche all’estero.

Antonio Barreca, voto 7: altra nota positiva della stagione è quella che riguarda il giovane del vivaio granata. Lanciato ad inizio stagione da Mihajlovic (uno che di buttare nella mischia i giovani non ha paura), il terzino classe 1995 ha dimostrato un talento davvero interessante, con diverse prestazioni importanti e una personalità non comune all’esordio tra i “grandi”. Aiutato anche dagli infortuni degli altri esterni mancini, è leggermente calato nella seconda parte di stagione, dove spesso ha lasciato il posto ai rientranti Molinaro e Avelar (per entrambi voto 6: vittime di infortuni molto seri, riescono a rendersi utile solo nel finale di stagione. Da capire se la società vorrà puntare su di loro anche nella prossima stagione.)

Daniele Baselli e Andrea Benassi, voto 6.5: rispettivamente classe ’92 e ’94, Mihajlovic affida a loro le chiavi del centrocampo granata in diverse occasioni. Non mancano alcune incomprensioni con il tecnico serbo, ma nel complesso entrambi chiudono una stagione più che sufficiente. La pecca maggiore è la mancanza di continuità: un difetto che ha accomunato gran parte della rosa granata quest’anno. Sia Baselli che Benassi comunque hanno ancora ampi margini di miglioramento e il loro futuro potrebbe anche essere molto roseo.

Mirko Valdifiori, voto 4.5: altra annata negativa per il regista ex Empoli e Napoli, che non riesce a rinverdire i fasti raggiunti con la maglia toscana. Inizia la stagione come titolare fisso, ma piano piano viene superato nelle gerarchie, complice una serie di prestazioni davvero incolori. Nel finale anche il cambio di modulo al 4-2-3-1 non lo aiuta di certo.

Joe Hart, voto 5.5: non raggiunge la sufficienza piena il portiere inglese, dal quale tutto l’ambiente si aspettava qualcosa in più. Nel corso della stagione alterna ottime cose ad altre decisamente rivedibili. La sua avventura in granata volge al termine, per lui c’è il ritorno al City, forse solo momentaneo.

Luca Rossettini ed Emiliano Moretti, voto 6: per larghi tratti della stagione costretti agli straordinari, raggiungono meritatamente la sufficienza, mettendo sempre dedizione e concentrazione nelle loro prestazioni. Per Rossettini anche qualche exploit in zona gol.

Leandro Castan, Arlind Ajeti, Roberto Carlao: voto 5. Tutti e tre, per motivi diversi, hanno dato davvero troppo poco alla stagione granata. Castan ormai sembra lontano parente del giocatore ammirato a Roma prima degli arcinoti problemi di salute: anche quest’anno il brasiliano ha giocato pochissimo e non è mai parso in condizioni di poter garantire un rendimento di livello. Ajeti si è reso protagonista di alcune prestazioni “da brividi” per tutti i tifosi del Toro, mentre Carlao è di fatto l’oggetto misterioso del mercato invernale.

Davide Zappacosta, voto 6: prelevato dall’Atalanta, forse anche da lui ci si aspettava di più. L’esterno destro mette comunque al servizio della squadra tanta quantità, senza disdegnare qualche efficace sortita offensiva. Potenzialmente può fare di meglio, ma comunque il suo rendimento è stato decisamente migliore rispetto a quello di Lorenzo De Silvestri (voto 5: fortemente voluto da Mihajlovic, viene condizionato da vari problemi fisici e di fatto non entra quasi mai in forma. Annata deludente per lui, appare in fase ormai calante).

Sasa Lukic, voto 6: gioca poco il giovane classe ’96, che trova l’esordio solo nella seconda parte di stagione. Quando scende in campo però svolge con ordine il ruolo di regista davanti alla difesa e non a caso viene più volte preferito a Valdifiori. Un altro componente della linea verde che potrebbe essere valorizzato nei prossimi anni.

Joel Obi e Afriyie Acquah, voto 5.5: anche loro condizionati da problemi fisici, riescono a dare il proprio contributo in mezzo al campo solo in determinate partite, ma la loro stagione complessivamente non può essere considerata sufficiente. Soprattutto da un punto di vista atletico hanno mezzi importanti, la speranza è che possano riscattarsi già a partire dalla prossima stagione.

Iago Falque, voto 6: difficile valutare la stagione dello spagnolo. Alla fine il suo voto è la media tra il 7 del girone di andata e il 5 del girone di ritorno: inizia alla grande trascinando la squadra in più di un’occasione, ma lentamente si spegne e non riesce più a ritrovarsi. Nel complesso il suo campionato è sufficiente.

Adem Ljajic, voto 5.5: genio e sregolatezza a servizio del Toro. Incredibile come il serbo possa passare da perle come la punizione dello Juventus Stadium a prestazioni davvero indisponenti, che hanno spesso causato l’ira del suo allenatore e connazionale Mihajlovic. La mancanza di continuità comunque non è una novità per lui: già con Fiorentina ed Inter era emersa questa sua incapacità di incidere con costanza nell’arco di una stagione. Ljajic è questo, prendere o lasciare.

Lucas Boyè, voto 6.5: altro giovane che ha ben impressionato in più di un’occasione. Classe ’96, spesso è entrato a partita in corso per “rinfrescare” il tridente offensivo. Deve migliorare in fase di conclusione, ma l’impressione è che l’argentino abbia notevoli margini di crescita.

Juan Iturbe, voto 5: arrivato a gennaio con grandi aspettative, l’ex Verona e Roma non incide praticamente mai e ben presto viene relegato in panchina al ruolo di comprimario.

Maxi Lopez, voto 4: la sua stagione passerà agli annali solo per la telenovela del suo sovrappeso e della “lavatrice” che secondo Mihajlovic si è portato addosso per larghi tratti del campionato. Serve aggiungere altro?

Allenatore: Sinisa Mihajlovic, voto 5.5  Chiudiamo il pagellone con il voto al tecnico serbo. Guardando al risultato finale, con il nono posto, non si può imputare molto al Torino. A far riflettere però è come i granata non siano mai stati in lotta per l’Europa: a metà stagione di fatto il Toro non aveva quasi più obiettivi. Anche sotto il profilo del gioco forse si poteva fare qualcosa in più e in alcune uscite, come ad esempio il derby di andata, anche i cambi in corsa non hanno convinto appieno. Mihajlovic anche quest’anno ha avuto il merito di lanciare alcuni giovani interessanti (Barreca su tutti, ma anche Boyè e Lukic), però il finale con le tensioni nello spogliatoio lascia l’amaro in bocca e mette in serio pericolo il suo futuro sulla panchina granata.

 

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