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L’anno solare appena passato verrà forse ricordato per i deludenti Europei polacchi e per il caso Zaytsev, capaci di segnare profondamente l’estate del volley tricolore. La pallavolo italiana ha saputo però toccare anche vette molto alte, specialmente grazie ai club e alle nazionali giovanili. All’estero si segnalano i giovani emergenti russi, mentre crolla la Polonia, grande delusa dell’Europeo.
Polonia (e relativa federazione)
Se c’è qualcuno che è uscito davvero male dalla stagione estiva questa è la nazionale polacca. Dopo una World League con più ombre che luci tutte le speranze erano riposte sull’Europeo giocato in casa. Dopo la drammatica gara d’esordio, dove la squadra di casa è stata distrutta dalla Serbia, l’eliminazione è arrivata (ancora una volta) per mano della non irresistibile Slovenia. A farne le spese è stato Fefè De Giorgi, a cui è stato dato il benservito meno di sei mesi dopo l’ingaggio. Sicuramente l’allenatore nostrano non è esente da colpe, ma l’enorme pressione accumulatasi attorno ad una squadra tutto sommato modesta non gli ha di certo facilitato il lavoro. Il ritorno in banda di Kurek, osannato in patria ma ormai lontano anni luce dai top del ruolo, ha evidenziato ancor di più le sue difficoltà tecniche e caratteriali, costringendo peraltro a schierare come opposto Konarski, sicuramente non il giocatore in grado di risolvere da solo le partite.
Voto 3 – Isterica
FIPAV, Ivan Zaytsev e ‘Shoesgate’
Cosa collega le parole Federazione, Scarpe e Squalifica? Immagino che chi sappia di cosa parlo abbia abbozzato un mesto sorriso, mentre chi non sa a cosa mi riferisco (anche se lo reputo improbabile) in questo momento sarà piuttosto confuso. Il modo grottesco in cui il giocatore più rappresentativo (non più forte) della Nazionale è stato gestito dopo l’annata mediaticamente fantastica delle Olimpiadi brasiliane è indefinibile nella sua totale assurdità.
Senza dilungarsi ulteriormente sull’argomento, merita una piccola menzione la gestione del Club Italia: per la seconda stagione consecutiva la LegaVolley registra una rosa composta da ben 18 atleti. A prescindere dai risultati (non esattamente esaltanti, ma è l’ultimo dei problemi) viene da chiedersi quanto affrontare una stagione con dieci schiacciatori (opposti inclusi) possa giovare ai singoli atleti, visto e considerato che le gerarchie, come in ogni squadra, sono abbastanza definite.
Voto 4 – Confusa
Luca Vettori
Il 2017 ha permesso come non mai di saggiare la vera essenza dell’opposto emiliano. Sia nel club che in Nazionale si è trovato davanti ad un piccolo banco di prova, ritrovandosi quasi improvvisamente investito di una responsabilità effettiva mai avuta prima. A Modena non è riuscito a dare quel qualcosa di più alla sua squadra per superare Civitanova, ma era oggettivamente molto difficile. In Nazionale sarebbe dovuto essere il salvatore della patria, ma ancora pur senza demeritare eccessivamente non è riuscito a dare quel qualcosa in più di cui gli azzurri avevano bisogno. Con la nuova maglia di Trento (dove ha ritrovato Angelo Lorenzetti) ha sperimentato sulla sua pelle il drammatico inizio di stagione (7 punti in altrettante giornate) vissuto dalla Diatec. In tutto questo Vettori non ne esce mai da principale imputato, ma è altrettanto vero che raramente è uscito protagonista da una vittoria importante. Forse ormai bisognerebbe rassegnarsi al fatto che, semplicemente, il ragazzo non è un trascinatore, e mai lo sarà.
Voto 5 – Incompreso
Sir Safety Perugia
Siamo sempre lì: ad un passo dalla maturità completa, sempre vincenti ma mai vincitori. Le basi da cui partire ci sono, e sono di ottima qualità (per ultimo l’innesto di Colaci nel ruolo di libero), ma per qualche oscura ragione, ogni volta che gli umbri sembrano pronti a raggiungere la vetta crollano e sono costretti a ripartire molto più in basso. La finale di Champions, impossibile da giocare ad armi pari con Kazan, a maggior ragione vista l’assenza di Russell, e il trionfo in Supercoppa sembravano aver indirizzato la squadra di Bernardi sui binari giusti quando in campionato sono arrivate due sconfitte contro le dirette avversarie Civitanova e Modena, preoccupanti più per il modo in cui sono arrivate, due secchi 3-0 in un ottimo momento di forma per la squadra, che per il risultato in sé. Il giudizio non può essere definitivo a questo punto della stagione, ma dopo il deludente esito dei playoff 2017 la pazienza del presidente Sirci potrebbe non essere più così tanta.
Voto 6 – Incompiuta
Jiri Kovar
L’uomo copertina della Lube campione d’Italia è sicuramente lo schiacciatore nato a Zlin, che sotto la guida di Blengini è tornato a calcare con continuità il terreno di gioco dopo oltre due anni nei quali era letteralmente sparito. Il suo impegno in nazionale è ancora una grossa incognita, come del resto la sua tenuta fisica, ma se il selezionatore azzurro potesse contare sulla diagonale di posto 4 della “sua” Lube le cose al Mondiale di casa si farebbero decisamente interessanti.
Voto 7 – Ritrovato
Le nazionali giovanili azzurre
L’argento europeo conquistato dalla rappresentativa Under 19 azzurra a fine aprile, ma soprattutto l’oro dell’Under 17 (sempre a livello continentale), sono passati abbastanza inosservati in un’estate monopolizzata dai deludenti risultati della Nazionale Maggiore. Questi risultati, oltre ad essere la conferma che il talento di base non manca, vanno presi per quello che sono: piazzamenti di rilievo che molti paesi ci invidiano, del quale facciamo fatica a gioire come dovremmo.
Voto 8 – Perché non si fermino qui
Dmitrii Volkov & la nuova generazione russa
In un Europeo che ha visto perdersi per strada le formazioni sulla carta più quotate la compagine russa ne è uscita come assoluta dominatrice. Partita a fari spenti, dopo una serie di manifestazioni deludenti, i ragazzi allenati da Sergey Shlyapnikov hanno lasciato le briciole agli avversari, tremando solo contro il carro armato travestito da Grozer osservato in finale. Gran parte del merito va alla grande novità della rassegna: il posto 4 Dmitrii Volkov ha mostrato una varietà di colpi d’attacco straordinaria, esaltandosi anche negli altri fondamentali (capace di mettere a referto, tra semifinale e finale, 5 ace a fronte di un solo errore in battuta e ben 8 muri punto), ma quello che più ha stupito è stata la maturità caratteriale (e la cattiveria agonistica) di un ragazzo che a 22 anni sembra già pronto a caricarsi sulle spalle la sua squadra. Al suo fianco si sono messi in luce anche i centrali Vlasov e Kurkaev e lo schiacciatore Kliuka. Sebbene solo il primo fosse titolare, hanno tutti trovato spazio e gli altri due sono stati utilissimi in finale. Ad accomunarli una fisicità assolutamente fuori dal comune, sulla quale però fanno spesso troppo affidamento. Nella rosa campione d’Europa tra l’altro mancava l’opposto mancino classe ’95 (come Volkov, Kliuka e Vlasov) Viktor Poletaev, da molti indicato come il più fulgido talento prodotto dallo sterminato vivaio russo…
Voto 9 – Il futuro è loro
Wilfredo Leon
Erano anni che il volley mondiale non assisteva ad un giocatore così dominante (l’ultimo ad aver dato questa sensazione è stato forse il Muserskiy del 2012/2013, ma in un altro ruolo e in un altro contesto). Questo ragazzo cubano (perché ricordiamoci che ha appena 24 anni), dotato di una fisicità praticamente mai vista prima in un laterale, ha guidato lo Zenit Kazan alla conquista della Champions League e del Mondiale per Club lasciando per strada appena due set. Bernardi lo ha definito il suo successore, e se lo dice lui…
Voto 10 – Illegale
Menzione d’onore per: Nimir Abdel-Aziz, Gyorgy Grozer, Osmany Juantorena, Maxim Mikhailov, Radzivon Miskevich; Belgio, Canada, Cucine Lube Civitanova; Andrea Giani, Roberto Serniotti.
BONUS: Il profilo Twitter della Calzedonia Verona
Diciamocelo, a livello comunicativo le società italiane, non solo quelle di volley, non sono esattamente il massimo (per avere un’idea potreste dare un’occhiata al profilo Twitter inglese del Napoli, sempre che i terribili cinguettii anglo-partenopei non vi siano già capitati a portata di click).
Ecco, in tutto questo la BluVolley Verona è riuscita a raggiungere i propri tifosi, e non solo, inserendo nei propri tweet una vena umoristica piacevolmente originale. Siamo ancora lontani anni luce dallo stile delle squadre tedesche – il Borussia Dortmund per fare un esempio – ma per ora ci si può accontentare.
Innovativo