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Si è conclusa a Madrid la 71ª edizione della Vuelta a España. Tre settimane particolarmente avvincenti, che hanno restituito a tutti gli appassionati di ciclismo quello spettacolo a lungo atteso invano al recente Tour de France. Se l’ultima Grande Boucle ebbe un esito piuttosto scontato e uno svolgimento privo di momenti davvero emozionanti, questa Vuelta ha offerto grandi battaglie sin dalle prime tappe. A uscirne indiscusso vincitore è Nairo Quintana; il colombiano della Movistar, che aveva concluso il Tour sul terzo gradino del podio pur senza regalare acuti o impensierire minimamente la leadership di Chris Froome, in questa Vuelta si è preso la sua rivincita sul fuoriclasse britannico del Team Sky. Froome si è dovuto accontentare invece per la terza volta in carriera della piazza d’onore alla corsa a tappe iberica, una corsa che per vari motivi continua a sfuggirgli.
A completare il podio è il colombiano Esteban Chaves, talento emergente della Orica-BikeExchange, ancora protagonista dopo l’ottimo secondo posto al Giro d’Italia vinto da Vincenzo Nibali lo scorso maggio. Un altro risultato strepitoso per la Colombia, che quest’anno ha piazzato almeno un atleta sul podio di tutti e tre i grandi giri: gli “Escarabajos” (come vengono abitualmente definiti gli scalatori colombiani) rappresentano ormai una realtà consolidata nel ciclismo contemporaneo, e il futuro pare essere dalla loro. Nairo Quintana – già vincitore del Giro d’Italia 2014 (nonché tre volte sul podio del Tour de France) – è il secondo colombiano a conquistare la Vuelta a España, dopo Luis “Lucho” Herrera, che la vinse nel 1987.
La frazione conclusiva della Vuelta è – come da tradizione – la più classica delle “passerelle finali”. Dopo i consueti festeggiamenti di rito, la corsa entra nel vivo con l’ingresso nel circuito cittadino di Madrid. Il primo a tentare un allungo è Christian Knees (Team Sky), ma – quando mancano 9 giri al termine – ad avvantaggiarsi sono Peter Kennaugh (Team Sky), Quentin Jauregui (AG2R-La Mondiale) e Loïc Chetout (Cofidis), cui poco dopo si aggrega anche Koen Bouwman (Lotto NLJumbo). Kennaugh conquista il traguardo volante, mentre il gruppo controlla il vantaggio dei fuggitivi: a 8 giri dal termine questo è nell’ordine dei 53”, per salire poi a 1’13” a 39 km dalla conclusione; da lì in poi gli inseguitori riducono progressivamente il distacco.
Nel frattempo Alberto Contador (Tinkoff) rimane attardato a causa di un incidente meccanico, ma rientra agevolmente con l’aiuto dei suoi compagni di squadra. Quando mancano 2 soli giri alla conclusione, il vantaggio dei fuggitivi (rimasti in tre) è sceso ormai a 13”; ultimo di loro ad arrendersi è Chetout, ripreso dal gruppo a 5 km dalla linea d’arrivo. Tutto è pronto ormai per lo sprint conclusivo della Vuelta a España 2016: l’aretino Daniele Bennati (Tinkoff), rimasto prematuramente al vento, parte lungo, e il danese Magnus Cort Nielsen (Orica-BikeExchange) riesce a saltarlo con relativa disinvoltura, conquistando il suo secondo successo di tappa in questa Vuelta. Terzo è Gianni Meersman (Etixx-QuickStep); quarto un altro italiano, l’empolese Kristian Sbaragli (Dimension Data).
C’è gloria anche per Fabio Felline (Trek-Segafredo), quinto italiano di ogni epoca ad aggiudicarsi la classifica a punti della Vuelta; sfumata in più occasioni l’agognata vittoria di tappa, la conquista della maglia verde rimane comunque un successo ragguardevole per il ventiseienne torinese. A imporsi nella classifica del Gran Premio della Montagna è Omar Fraile (Dimension Data), che bissa così il risultato dell’anno scorso. Un meritato riconoscimento arriva anche per Contador, premiato come atleta più combattivo della Vuelta 2016; certo non il traguardo cui il fuoriclasse spagnolo ambiva alla vigilia, ma che indubbiamente attesta una volta di più il suo valore.