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Us Open 2020, squalifica Djokovic: sfortuna o recidività?

Novak Djokovic - Foto Roberto Dell'Olivo

Nella serata di ieri il numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic è stato squalificato dagli Us Open 2020, dopo aver colpito al collo un giudice di linea con una pallina, nel corso del primo set del match tra il serbo e lo spagnolo Pablo Carreno Busta, valevole per il quarto turno del torneo.

Le reazioni di esperti e tifosi non si sono fatte attendere: molti hanno parlato di sfortuna, visto l’ampio spazio e le poche persone presenti a Flushing Meadows, mentre altri si sono pesantemente scagliati contro Djokovic per il suo comportamento ritenuto irresponsabile.

Nel corso degli ultimi anni il serbo, in effetti, non ha sempre avuto un atteggiamento consono ad un professionista, mostrando qualche segnale di nervosismo di troppo, che lo ha portato più volte a sfiorare la squalifica nei vari tornei dell’Atp Tour. In particolare al Roland Garros 2016 il numero uno del ranking scaraventò la racchetta a terra che, dopo il rimbalzo, non finì addosso al giudice di linea soltanto per pochi centimetri. Nello stesso anno, al Masters 1000 di Shanghai, Djokovic si rese protagonista di un nuovo gesto di stizza, colpendo con un piede la palla che, anche in quel caso, passò ad un soffio dalla testa del giudice di sedia.

La domanda, dunque, sorge spontanea: la squalifica di Novak Djokovic allo Us Open 2020 è davvero frutto di uno sfortunato episodio, oppure si tratta di un comportamento recidivo, questa volta culminato con un’inevitabile sanzione?

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