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Grandissima partita di Kristina Mladenovic, che continua a vincere, sorprendere e scalare il ranking mondiale. La francese ha avuto la meglio, in rimonta, sulla rientrante – e fino ad oggi impeccabile – Maria Sharapova, battuta 3-6 7-5 6-3 in due ore e trentotto minuti di gioco. Grazie alla vittoria di oggi approda in finale al Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda, primo Wta Premier sulla terra rossa europea. E adesso se la vedrà con una tra Simona Halep o Laura Siegemund.
Una partita a tratti splendida, che la Sharapova è stata vicina a vincere in più di un’occasione.
Alla transalpina va dato il merito di averla saputa interpretare e giocare in crescendo: dopo un primo set in sordina, ha ritrovato personalità e controllo dei suoi mezzi, riuscendo a spuntarla su un’avversaria ben più esperta.
Monologo russo nel primo parziale, durato poco più di mezz’ora. La Mladenovic – scesa in campo visibilmente tesa e nervosa – è poco incisiva col servizio (solitamente uno dei suoi colpi migliori) e riesce a fare poco anche in risposta, complice la precisione e l’efficacia alla battuta dell’avversaria (che alla fine non le offrirà alcuna palla break in tutto il set). Al contrario, è proprio la francese a concedere nei propri turni: fatali le saranno le palle break offerte nel quarto gioco (complici anche due doppi falli). Break che di fatto ha deciso la prima frazione del match, chiusasi 6-3 in favore dell’ex numero 1 del mondo.
Tutt’altra partita nel secondo set. Apparentemente iniziato sulla falsa riga del primo (servizio strappato alla Mladenovic in apertura e subito 2-0 Sharapova), nel quarto gioco si è vissuto forse uno – se non il – momento di svolta della partita: è lì che è arrivato il primo break della transalpina, che le ha permesso di riportarsi sul 2 pari e di dar vita, da lì in poi, ad un’altra e ben più entusiasmante partita.
Brava a non farsi impressionare dalla buona resa al servizio della siberiana, ha iniziato lei a servire con maggior decisione e accuratezza (nonostante i numerosi doppi falli) e a variare i suoi colpi, non dando punti di riferimento ma anzi togliendoli con dritti angolati e palle corte di pregevole fattura.
Allungando gli scambi – complice anche il rendimento più basso e i maggiori errori gratuiti di “Masha” – è riuscita a breakkarla nuovamente nel dodicesimo gioco (una delle uniche due occasioni avute in tutto il parziale), dopo essersi salvata da un break che avrebbero permesso alla Sharapova di servire per il match.
Il vantaggio accumulato nel terzo parziale (5-2 in suo favore) è stato decisivo: dopo aver salvato più volte palla break, le ha permesso di tenere un discreto margine e di contenere la reazione d’orgoglio della campionessa ferita vogliosa di rientrare in partita.
La reazione, invero, c’è stata. Ma la Sharapova – forse provata fisicamente (si trattava del primo match combattuto e di lunga durata dal suo rientro) – nonostante si fosse riportata sul 5-4 e avesse l’opportunità di agguantare il 5 pari col servizio, si è fatta nuovamente strappare la battuta e ha quindi consegnato la partita e l’accesso in finale alla ventitreenne francese di origini serbe.
Che al termine dell’incontro è apparsa raggiante: “Sono riuscita ad aggiustare il mio tennis, a migliorarlo col passare dei minuti. Ho cercato di risalire la china con servizio e risposta. Alla fine ha funzionato. Sappiamo tutti che campionessa avevo di fronte, sono contenta di come sono riuscita a mantenere la calma adatta e a venirne fuori”.
Continua la sua buona annata. Altra finale, dopo quella vinta a San Pietroburgo e quella persa ad Acapulco (da ricordare anche la semifinale raggiunta a Indian Wells, dove si arrese alla futura vincitrice del torneo Elena Vesnina).