Editoriali

Tennis italiano, spiragli di luce

Gianluigi Quinzi e Matteo Donati - Foto Nizegorodcew/Sportface

Matteo Donati in finale a Caltanissetta, Gianluigi Quinzi in crescita, il giovanissimo Federico Arnaboldi trionfante al Torneo Avvenire e altri interessanti risultati. Finalmente, dopo un 2016 disastroso, una settimana positiva degli alfieri azzurri riporta un po’ di ottimismo al tennis italiano. Nessun risultato trascendentale, nulla per cui strapparsi i capelli, ma qualche timido segnale è giunto.

Matteo Donati arrivava a Caltanissetta in un momento di scarsa fiducia e, al primo turno, si è trovato a dover annullare un match point al serbo Zekic. Tutti match vinti in lotta, tutti in tre set, compreso quello contro Santiago Giraldo, vittima preferita del piemontese. Nei quarti di finale del challenger siciliano Donati ha superato Gianluigi Quinzi e, in semifinale, l’argentino Andreozzi. In finale, nonostante sei match point a favore, “Donats” non è riuscito a conquistare il primo titolo challenger contro un ottimo Paolo Lorenzi, in un ultimo atto emozionante e combattuto. Donati sembra aver ritrovato la fluidità nei colpi, la fiducia e, soprattutto, una classifica di numero 200 Atp che gli consentirà di giocare i challenger in tabellone e le qualificazioni in alcuni torneo del circuito maggiore. I top-100 sono lontani ben 320 punti, ma Donati ha dimostrato di poter realizzare exploit in qualsiasi torneo e ogni settimana può essere buona per scalare il ranking.

A destare buone sensazioni, più mentali e di atteggiamento che tennistiche, è stato Gianluigi Quinzi. Dopo un periodo eufemisticamente difficile, il marchigiano ha scelto Ronnie Leitgeb, ex coach di Thomas Muster e Andrea Gaudenzi, come nuovo allenatore. Due futures vinti, quarti di finale a Caltanissetta, seconda vittoria contro un top-100 in carriera (Facundo Bagnis al secondo turno del challenger siciliano) e un record di dodici partite vinte e una persa dal cambio di guida tecnica. Tennisticamente non si sono viste particolari migliorie, ma Quinzi, anche così, se in fiducia può valere i primi 150 al mondo. Nella seconda parte del 2016 si dovrà pensare a fare punti e a ritrovare confidenza con la vittoria. Poi, in inverno, sarà il momento di una lunga preparazione e di un lavoro tecnico di qualità.

Il Torneo Avvenire, tra i più importanti eventi under 16 al mondo, è sinonimo di qualità. Non tutti i vincitori sono poi entrati prepotentemente nel mondo del professionismo, ma conquistare il torneo al Tennis Club Ambrosiano è difficile, bello, emozionante. E Federico Arnaboldi, cugino del Top-200 Andrea e allievo di Maurizio Riva e Barbara Rossi al Quanta Club, è riuscito nell’impresa di conquistare l’Avvenire. Colpi puliti, tecnicamente ben impostato, il piccolo “Arna” ha ben impressionato appassionati e addetti ai lavori. La strada è lunghissima, ma comparire nell’albo d’oro del torneo accanto a Lendl, Borg, Cash, Edberg e Del Potro non è un cattivo biglietto da visita. All’Avvenire hanno entusiasmato anche Federica Rossi, ragazza dal tennis sublime, delicato e potente allo stesso tempo e Enola Chiesa, entrambe semifinaliste. Che crescano tutti in pace, con poche pressioni ma tanta fame e voglia di arrivare in alto.

Non è certamente possibile classificarlo tra i giovani, ma il best ranking di Paolo Lorenzi è qualcosa di cui parlare. Numero 48 del mondo alla soglia dei 35 anni, sei match point annullati nella finale di Caltanissetta e titolo challenger numero 18 (terzo all-time nei tornei di categoria dietro a Yen-Hsun Lu, che guida a 23, e ai 20 allori di Dudi Sela), oltre al primo posto della Race tra i tennisti italiani. La brutta stagione, per diversi motivi, di Fognini, Seppi e Bolelli, va presa in considerazione, ma Paolino è un esempio di atleta e uomo di sport che ogni giovane agonista dovrebbe seguire.

Chiosa finale in onore del talento sconfinato di Adelchi Virgili, che ha conquistato a Bergamo il primo titolo da professionista della sua carriera. Sino ad oggi Adelchi aveva messo insieme una serie di exploit estemporanei, ma aveva sempre peccato di continuità. Virgili è sempre un piacere per gli occhi, ora deve iniziare a mettere insieme qualche punto pesante. Concretezza e spettacolo, un mix a cui Adelchi deve puntare.

Semplici spiragli di luce, poco di concreto, ma un sano ottimismo è l’input da cui i tennisti italiani devono ripartire.

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