Tennis

Opelka ancora contro ATP: “Sistema corrotto che va sempre a discapito dei giocatori”

Reilly Opelka
Reilly Opelka - foto Ray Giubilo

Reilly Opelka ci ha abituato a dure prese di posizioni negli anni nei confronti dell’ATP che gestisce male il tennis maschile, e dei rappresentanti dei giocatori che non fanno abbastanza per la loro stessa categoria. E nella notte italiana l’americano ha deciso di rincarare la dose dopo gli eventi degli ultimi mesi, dai cambiamenti in calendario, con l’ampliamento dei Masters 1000, alla imminente vendita del torneo di Cincinnati dopo quella già avvenuta lo scorso anno di Madrid. “Quindi fatemi capire bene, Madrid e Cincinnati vengono vendute per $400 milioni e $300 milioni. Nello stesso anno il Board dell’ATP decide di concedere ai Masters 1000 una tonnellata di giorni in più, riducendo nel contempo le players commitment protections e portando a sanzioni molto più severe per eventuali Masters 1000 saltati”. Questo il primo del lungo thread di tweets postati da Opelka.

Come detto, però, le critiche non sono rivolte solo all’ATP, ma anche ai rappresentanti dei giocatori: “Sembra che il board dei rappresentanti dei giocatori abbia fatto una grande lavoro nel negoziare per nostro conto. Hanno ottenuto un incremento del 2% dei prize money e acconsentito alla più grande presa in giro per la compartecipazione dei ricavi, accettando una percentuale sul profitto netto, invece che lordo”. “Questo permette ai tornei di continuare la pratica di manipolazione dei loro numeri. Basta chiedere a chiunque è coinvolto nel processo le differenze tra i numeri che i tornei presentano ai potenziali venditori rispetto a quelli che utilizzano durante la negoziazione dei prize money”.

Le ultime frasi sono rivolte alla USTA: “Quanto ha pagato la USTA per la licenza del torneo di Cincinnati? Prima che qualcuno polemizzi sul fatto che un atleta professionista parli di denaro, qui si parla di denaro, ma si parla di un sistema corrotto che sistematicamente va a discapito della remunerazione del talento in questa così detta partnership”.

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