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Nadal: “Ogni volta in campo me la faccio sotto. Federer uno dei più grandi della storia dello sport”

Rafael Nadal - Foto Ray Giubilo

Ogni volta me la faccio sotto. Non lo so neppure io come, ma se è successo a me, può succedere a un altro. Io sono una persona normale. Con le mie incertezze, le mie paure. Paura di perdere, mai. Però penso sempre di poter perdere. Lo penso tutti i giorni, contro qualsiasi avversario. E questo mi aiuta moltissimo”. Lo ha detto Rafael Nadal in un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera. Il campione maiorchino, fresco vincitore del suo tredicesimo Roland Garros, ha spiegato come sta vivendo questo particolare periodo. “Le mie paure? Ho paura della malattia – ha detto -. Ho paura per le persone cui voglio bene. Non del Covid, sono ancora abbastanza giovane, il fisico ancora risponde. Però, se mi infetto, posso infettare persone a rischio. Sono preoccupato per i miei genitori, per la mia famiglia. Per la mia comunità. E’ il momento più duro nella nostra vita. Per questo è il momento di lottare, per cose molto più importanti di una partita di tennis. Dobbiamo coltivare la fiducia. Per resistere bisogna avere sempre un obiettivo nella vita. Una speranza. Un’illusione, se necessario”.

Roger Federer è uno dei più grandi uomini nella storia dello sport – ha detto Nadal parlando del suo grande avversario in campo -. Per me è un altro compañeros. E’ stato il mio grande rivale, questo ha giovato a entrambi e un poco pure al tennis. Abbiamo diviso un tratto di vita. In alcune cose ci assomigliamo: teniamo alla tranquillità, alla famiglia. In altre siamo diversi. Lui è svizzero. Io sono latino. Abbiamo caratteri, culture, modi di vita differenti”.

I miei tic prima di servire? Sono un modo di mettere ordine nella mia testa, per me che normalmente sono disordinatissimo – ha poi spiegato Nadal -. Sono la maniera per concentrarmi e zittire le voci di dentro. Per non ascoltare né la voce che mi dice che perderò, né quella, ancora più pericolosa, che mi dice che vincerò”.

Io meno talentuoso di Federer? Ognuno di noi ha il suo talento – spiega il maiorchino -. A qualcuno viene tutto facile; altri sanno resistere più a lungo sul campo. Lei può avere il talento di scrivere un buon articolo in mezz’ora; ma se un suo collega sa lavorare per sei ore di fila e tirar fuori un articolo ottimo, sarà un giornalista più talentuoso di lei”.

Sul futuro e su una possibile data del ritiro, Nadal risponde così: “La vita degli atleti si è allungata. C’è emulazione tra noi: se lui ce la fa, perché io no? Poi ci sono altri fattori. La fortuna. L’istinto per la competizione. La tenuta ad alto livello. Non so quando mi ritirerò, il tennis è un gioco della mente; non è matematica. Quando sarà il momento, lo saprò“.

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