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Luca Nardi è uno dei talenti più in vista del movimento tennistico azzurro. Nato il 6 agosto 2003, il giovane pesarese ha da poco compiuto 18 anni e si sta facendo sempre più strada nella classifica ATP. Attualmente, occupa la posizione numero 440 del ranking ed è quarto se consideriamo i tennisti con meno di 19 anni. Il recente campione dell’ITF da 25.000 dollari di Madrid è stato protagonista del quinto episodio di “Spazio Tennis”, classico appuntamento di approfondimento che va in onda ogni lunedì sera sul canale Twitch di Sportface. Gli abbonati al canale, hanno potuto rivolgere alcune domande al prospetto marchigiano, rivelatosi molto disponibile nel rispondere a tutte le curiosità degli appassionati.
Quando si parla di un tennista diciottenne, non si può evitare di partire dai propri obiettivi a breve e a lungo termine. “Aspettative? Sinceramente – spiega l’azzurro – non ho intenzione di mettermi eccessiva pressione, nei miei piani c’è l’entrata nella top 200 del ranking entro la fine del prossimo anno. Sono pensieri ambiziosi, ma voglio provare ad entrare nelle qualificazioni degli Slam già a partire dal 2023, la stagione in cui compirò 20 anni. A fine carriera, invece, credo di potermi assicurare un posto nei primi 50: se poi le cose dovessero andare ancora meglio, ne sarei più che felice. Io sono me stesso, voglio rimanere una persona umile ed entusiasta nei confronti di questo sport”.
Uno spazio consistente, inoltre, è stato riservato ad un commento sulla stagione che sta per volgere al termine, anno in cui Nardi ha conquistato due titoli ITF e ha potuto fare buone esperienze a livello Challenger. “Nel complesso, è stato un 2021 positivo, ma ho vissuto tanti alti e bassi. Da un lato, questo è negativo perché forse avrei potuto fare di più, d’altro canto ho imparato a gestire le più disparate situazioni. Tra queste, c’è stata la rottura con coach Roberto Antonini, preludio di uno dei momenti più difficili della mia intera carriera anche a causa di alcune cose che sono successe in famiglia. Le ultime settimane, fortunatamente, sono state le migliori in assoluto e questo mi ha permesso di giungere alla miglior classifica della mia breve carriera, inoltre sono fiero di aver potuto farmi conoscere nei Challenger, anche se ho perso alcuni match che potevo, con più freddezza, portare dalla mia parte. Quello che ricordo con più rammarico – racconta il marchigiano – è l’incontro di San Marino contro Marco Cecchinato. È stato il giocatore dalla più alta classifica che io abbia mai affrontato: ho ceduto per 7-6 7-6. Detto così, sembra che non ci sia nulla di negativo, però, se avessi sfruttato qualche set point o palla break che mi ero guadagnato, avrei potuto uscire dal campo con un risultato diverso”. I programmi per il finale di stagione sono ancora un po’ incerti a causa di un problema fisico rimediato durante il Challenger di Napoli. A tal proposito, Nardi ha dichiarato: “Ho rimediato un infortunio abbastanza serio all’adduttore nell’ultimo match e ora devo riposarmi per qualche settimana. Poi, se dovessi ottenere una wildcard, potrei chiudere il 2021 con i tornei Challenger di Bergamo e di Ortisei”.
Non poteva mancare una riflessione sui tanti giovani italiani che stanno emergendo: “Arnaldi, Gigante, Cobolli, Zeppieri: sono davvero molti i millennials azzurri che, oltre me, si stanno affacciando al tennis che conta – afferma Nardi – e i risultati ci stanno dando ragione: ciò costituisce una molla che ci spinge a dare il meglio di noi in ogni situazione. Il migliore, al momento, è Flavio Cobolli: gioca tutte le settimane e ogni volta arriva in fondo ai tornei. È vicinissimo alla top 200 e perciò credo non ci sia discussione su chi sia il giovane più forte tra noi in questo periodo”. Uno sguardo anche all’estero: “Holger Rune e Carlos Alcaraz sono miei coetanei e hanno una dedizione al lavoro come nessun altro. Lo spagnolo, in più, è il giocatore più talentuoso con cui io abbia mai giocato, senza ombra di dubbio”.
Tra i vari personaggi che il tennis italiano ha saputo regalarci nell’ultimo periodo, Nardi vuole crearsi un’immagine tutta sua: “Io sono Luca Nardi e tale voglio essere – racconta il pesarese – senza assomigliare a nessuno. L’obiettivo è quello di costituire un esempio e farmi conoscere per come sono davvero. Un piccolo difetto, forse, è che spesso tendo a sminuirmi e sentirmi fuori luogo quando mi trovo in palcoscenico importante. Mi è successo soprattutto quando ho ricevuto la wildcard per il torneo ATP di Anversa: è stata un’esperienza incredibile e per me era tutto nuovo e strano, un ambiente molto professionale a cui non ero e non sono abituato. Non avevo assolutamente consapevolezza di poter avere uno spazio su un palcoscenico simile e pensavo di non c’entrare niente con tutto ciò che avevo intorno. Ricordo che mi sono allenato con Grigor Dimitrov e ho ricevuto da lui tante belle parole: mi porterò sempre nel cuore ciò che è accaduto ad Anversa”.
Nardi, inoltre, è un grande appassionato di calcio e prova dei sentimenti nei confronti di una squadra in particolare: “Sono tifoso del Napoli – afferma Luca con orgoglio – perché mio padre è originario di lì e mi ha trasmesso la passione per questa squadra. Quest’anno siamo forti e siamo primi in classifica, possiamo lottare per lo scudetto e, se Osimhen non si farà male, ce la giocheremo fino alla fine”.
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