Tennis Giovanile

Next Gen Finals Milano 2017, i protagonisti: Andrey Rublev

Andrey Rublev - Foto Ray Giubilo

Andrey Rublev, con il forfait di Alexander Zverev impegnato nel Masters di Londra, è il Next Gen che ha raccolto più punti nell’anno e risulterà la prima testa di serie delle Next Gen Atp Finals di Milano 2017. Dei 7 qualificati solo Denis Shapovalov ha iniziato l’anno più indietro in classifica, 253 Atp, rispetto al russo che partiva dal numero 156 Atp a testimoniare la grande crescita di Andrey Rublev, considerato da sempre il giovane russo più promettente ma ancora non esploso. La sua stagione dunque è partita con le qualificazioni degli Australian Open mentre, eccezion fatta per Shapovalov, gli altri qualificati erano direttamente nel main draw del primo Slam stagionale. Dopo una buona prima parte di stagione i risultati non sono arrivati nel passaggio al livello Atp, bisogna aspettare fino alla stagione sull’erba per vedere qualcosa di importante perché è proprio lì che la stagione del russo inizia a cambiare volto. Tornato sulla terra vince il primo titolo Atp in carriera ad Umago e in America raggiunge i quarti di finale agli Us Open arrendendosi solo a Rafael Nadal, futuro campione. Si mette così in una buona posizione per la qualificazione che è matematica il 20 ottobre nonostante l’eliminazione al primo turno nel torneo di casa di Mosca.

LA STAGIONE 2017 – La stagione 2017 di Andrey Rublev parte con le qualificazioni degli Australian Open che lo portano nel main draw del primo Slam stagionale dove, dopo la vittoria con Yen-Hsun Lu, si arrende al secondo turno a Andy Murray. Dall’Australia si sposta sul veloce indoor europeo giocando i challenger di Rennes e Quimper dove raggiunge rispettivamente la finale e la semifinale in vista degli Atp di Rotterdam e Marsiglia. In Olanda perde al primo turno di qualificazione mentre in Francia riesce a superare le qualificazioni per poi perdere al primo turno. Si sposta a Dubai dove perde al primo turno di qualificazioni. Prima della stagione sulla terra partecipa ai tornei americani uscendo all’esordio nelle qualificazioni a Indian Wells ma raggiungendo la semifinale nel ricco challenger di Irving partendo dalle qualificazioni. A Miami, in tabellone con una wild card, batte Florian Mayer al primo turno per poi arrendersi a Tomas Berdych. Sulla terra rossa si trova in difficoltà nel circuito maggiore e perde all’esordio nei primi quattro tornei, prima del Roland Garros gioca il challenger di Aix En Provence perdendo al secondo turno. Nel secondo Slam stagionale perde al tie-break del terzo set nell’ultimo turno di qualificazione ma entra in tabellone come lucky loser e si arrende solo per 9-7 al quinto set all’argentino Diego Schwartzman. Prima della stagione sull’erba partecipa anche al ricco challenger di Caltanissetta perdendo al secondo turno. Sull’erba partecipa all’Atp 500 di Halle con una wild card che sfrutta molto bene raggiungendo i quarti di finale dove si arrende, non senza lottare, al connazionale e Next Gen Karen Khachanov. A Wimbledon supera le qualificazioni e nel main draw batte Stefano Travaglia 7-5 al quinto prima di arrendersi ad Albert Ramos-Vinolas al secondo turno in cinque set, stesso avversario che aveva superato al primo turno ad Halle. Dopo questi ultimi buoni risultati gioca, partendo dalle qualificazioni, l’Atp 250 di Umago diventando il settimo giocatore della storia a vincere un torneo da lucky loser. Dopo aver perso in due set da Attila Balazs entra in tabellone e perde l’unico set nel cammino verso il primo titolo in carriera contro il campione in carica Fabio Fognini esprimendo un tennis molto offensivo e impressionando soprattutto per la velocità del dritto. La settimana dopo ad Amburgo, in tabellone con uno special exempt, cede a Philipp Kohlschreiber all’esordio. Sul cemento americano parte giocando le qualificazioni a Cincinnati perdendo al primo turno e, prima del main draw degli Us Open, passa un turno a Winston Salem arrendendosi al Next Gen Hyeon Chung. Nell’ultimo Slam stagionale gioca dei grandi match, supera al secondo turno Grigor Dimitrov e agli ottavi David Goffin entrambi in soli tre set e si arrende ai quarti di finale al futuro campione Rafael Nadal. Non riesce però a riportare la Russia nel World Group di Coppa Davis perdendo in cinque set nella prima giornata da Marton Fucsovics. Nella tournèe cinese, dopo la battuta di arresto netta all’esordio a Chengdu contro Yen-Hsun Lu, gioca bene a Pechino e a Shanghai dove si arrende rispettivamente ai quarti di finale ad Alexander Zverev e al secondo turno a Juan Martin del Potro. Rientrato in Europa si arrende al primo turno in tutti e tre i tornei giocati ovvero Mosca, Vienna e Parigi Bercy. Si presenterà comunque a Milano come numero 1.

HEAD TO HEAD – Andrey Rublev ha già affrontato nel circuito maggiore alcuni giocatori che parteciperanno alle Next Gen Finals. Il giocatore con cui ha giocato più volte è Karen Khachanov con cui ha vinto una volta su tre, l’anno scorso nel challenger di Quimper quando vinse anche il torneo. Quest’anno ci ha perso ai quarti di finale ad Halle. Ha perso con Jared Donaldson l’unico precedente datato 2016 al challenger di Irving, con Hyeon Chung quest’anno a Winston Salem e con Daniil Medvedev nel 2016 al challenger di Budapest. Non ha mai affrontato invece Denis Shapovalov, Borna Coric e nessun italiano che gioca il torneo di qualificazione per il torneo.

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