Secondo weekend di verdetti per la qualificazione ai Giochi di Rio 2016. Dopo il fioretto tocca alla spada: il Grand Prix di Budapest dovrà sciogliere gli ultimi nodi in ottica Olimpiade in casa Italia, soprattutto per quanto riguarda la prova femminile, mentre al maschile la situazione appare di fatto già delineata.
La mancata qualificazione del quartetto azzurro femminile per la prova olimpica a squadre ha ristretto il numero di posti disponibili per l’Italia da tre a uno, per il quale alla vigilia della gara ungherese restano in corsa soltanto Rossella Fiamingo e Mara Navarria. La situazione vede la campionessa del mondo in carica in vantaggio di 36 punti (160 contro i 124 di Navarria), e calcolando che le prove Grand Prix assegnano un punteggio maggiorato di 1,5 rispetto alla norma, le uniche due combinazioni in grado di ribaltare la situazione attuale prevedono la vittoria della gara da parte di Mara Navarria (172 punti contro 163) e la sconfitta ai 32 di Rossella Fiamingo oppure la finale per Navarria e la sconfitta ai 64 di Fiamingo (163 punti pari, Navarria qualificata per maggior numero di vittorie negli ultimi 12 mesi, 2 a 1). Lotta serrata anche per il secondo posto continentale per l’Europa fra l’ungherese Emese Szasz e la svedese Emma Samuelsson, separate nel ranking da 10 punti (119 contro 109 a favore di Szasz).
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Nella prova maschile, come detto, il quadro è decisamente più definito: l’Italia, qualificata per la prova a squadre di Rio 2016, potrà contare su tre qualificati per la prova individuale e un quarto per la prova a squadre. Enrico Garozzo, che a Vancouver ha colto il suo primo successo individuale in Coppa del Mondo, spera di ripetere l’acuto canadese, mentre per Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli sarà questa l’occasione per provare a migliorare il rendimento a livello individuale dopo le ottime prove fornite in quartetto. In ottica Rio 2016, l’unica incertezza legata ai qualificati è relativa al secondo posto continentale per l’Europa, per cui sono in corsa tre atleti: l’olandese Bas Verwijlen, l’estone Nikolai Novosjolov e il danese Patrick Jorgensen.