Nuoto

Rio 2016, nuoto: oro stratosferico per Peaty, Ledecky e Sjostrom

Katie Ledecky - Foto Chan-Fan - CC-BY-SA 4.0


La seconda giornata dell’Olimpiade di Rio giunge al termine con le gare di nuoto e finisce coi botti, grazie ai tempi stratosferici fatti registrare nella serata brasiliana. Nessun italiano ha presenziato all’Olympic Aquatics Stadium nelle semifinali e finali, e a brillare di luce propria sono stati Adam Peaty, Katie Ledecky e Sarah Sjostroem, tutti e tre saliti sul gradino più alto del podio con – in più – la soddisfazione del record del mondo in tasca.

La prima a realizzare l’impresa è Sarah Sjostrom, la svedese che nei 100 metri farfalla è riuscita a migliorare il suo record personale fatto registrare a Kazan al Mondiale dello scorso anno, chiudendo la gara olimpica in 55”48. L’oro è la meritata ricompensa per una campionessa che da tre anni a questa parte riveste un ruolo da protagonista in questa specialità. Medaglia d’argento per la giovanissima canadese Penny Oleksiak (56”46) e terzo posto con 56”68 per la statunitense Dana Vollmer.

Il crono di Katie Ledecky nei 400 stile libero lascia tutti di stucco: l’americana inizia a costruire in solitaria già dalla prima vasca e, fin da subito, è chiaro a tutti che la sfida è soltanto con se stessa. La classe ’97 dopo otto vasche affrontate con naturalezza non solo vince l’oro, ma infrange il record del mondo facendo registrare un tempo strepitoso:  3’56”46. La sua aggressività le ha permesso di staccare di qualche metro l’inglese Carlin, seconda con 4’01″23 e l’altra statunitense Smith, terza con 4’01″92.

Il terzo tempo record è quello di Adam Peaty, campione del mondo e un vero missile in vasca. Il britannico, bracciata dopo bracciata, ha messo distanza fra sé e gli altri nonostante la partenza non proprio brillante ed ha migliorato ulteriormente il proprio crono. Primo atleta a scendere sotto il muro dei 58″ nei 100 rana, era già stato abilissimo nelle batterie e in finale ha dimostrato di essere di un altro pianeta: 57”13 e oro. Il campione in uscita, Cameron Van Der Burgh, ha agguantato l’argento (58”69), mentre lo statunitense Cody Miller si è aggiudicato il bronzo (58”87).

L’oro nella staffetta 4×100 metri stile libero non poteva che andare agli Stati Uniti, con Michael Phelps grande protagonista e alla sua diciannovesima medaglia ai Giochi Olimpici. Gli americani, grazie soprattutto al plurimedagliato e portabandiera Phelps, si sono imposti col tempo 3’09″92, avanti alla Francia – staccata di poco – e Australia.

Le due semifinali dei 100 metri dorso, maschile e femminile, non hanno riservato particolari sorprese. Tra le donne si qualificano alla finale Baker, Hosszu, Fu, Wilson, Masse, Nielsen, Seebohm e Smoliga; tra gli uomini accedono in finale Murphy, Plummer, Larkin, Lacourt, Xu, Rylov, Irie e Glinta, con Simone Sabbioni eliminato invece nelle batterie. Nei 100 metri rana scende in vasca e giunge in finale tra i fischi la russa Yulia Efimova, al centro – con i suoi connazionali – dello scandalo doping. Insieme a lei riescono a centrare la finale King, Shi, Meilutyte, Meili, Atkinson, Luthersdottir e Nicol. Sun Yang, dopo essere salito sul podio dei 400 metri stile libero con Gabriele Detti e Mack Horton, ha dato il meglio di sé nella semifinale dei 200 metri stile libero col tempo 1’44″63. In finale con il cinese anche Hagino, Le Clos, Biedermann, Krasnykh, Haas e Guy.

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