Rio 2016

Rio 2016, nasce la “Nazionale dei rifugiati”: dieci atleti in gara per un messaggio di speranza

Yusra Mardini, siriana, nuotatrice della Nazionale dei rifugiati - Foto Youtube

In fuga dalla guerra, testimonial di pace attraverso lo sport. Saranno dieci gli atleti che ai Giochi Olimpici di Rio 2016 gareggeranno sotto la bandiera olimpica del Cio nel Team dei rifugiati.

L’iniziativa era stata annunciata da Thomas Bach nell’ottobre scorso, davanti all’assemblea generale dell’Onu e oggi lo stesso numero uno dello sport mondiale ha presentato gli atleti che sfileranno con la bandiera a cinque cerchi, per un messaggio di speranza ai rifugiati di tutto
il mondo e per dare maggiore attenzione a questa emergenza.

Storie di disagio e tentativi di ritorno alla normalità. A Rio, ad esempio, parteciperà alle gare di nuoto Yusra Mardini, diciottenne siriana che un anno e mezzo fa è sopravvissuta a un naufragio nelle acque dell‘Egeo. La piscina olimpica di Rio le permetterà di nuotare per realizzare un sogno e non più per fuggire da un incubo.

Oltre alla giovane Yusra, faranno parte della “Nazionale dei rifugiati” anche Yiech Pur Biel (Sud Sudan, atletica 800), James Nyang Chiengjiek (Sud Sudan, atletica, 400), Yonas Kinde (Etiopia, atletica, maratona), Anjelina Nada Lohalith (Sud Sudan, atletica, 1500), Rose Nathike Lokonyen (Sud Sudan, atletica, 800), Paulo Amotun Lokoro (Sud Sudan, atletica, 1500), Yolande Bukasa Mabika (Repubblica democratica del Congo, judo, -70 kg), Rami Anis (Siria, nuoto) e Popole Misenga (Repubblica democratica del Congo, judo, -90 kg).

Il Team formato da questi atleti, durante la cerimonia di apertura dei Giochi, sarà il penultimo a entrare nello stadio Maracanà, immediatamente prima dei padroni di casa del Brasile.

SportFace