Rio 2016

Rio 2016: i piani di sicurezza pubblica di Difesa e Intelligence

Dilma Roussef - Foto Marcelo Camargo - CC BY-NC-SA 2.0

da Rio de Janeiro

Mancano meno di 200 giorni all’inizio della prima Olimpiade della storia in territorio sudamericano e Rio de Janeiro 2016 è già realtà. Ci sono alcuni ritardi nell’organizzazione, ma sembra tutto possa andare per il meglio. I dubbi principali nascono dalla questioni di sicurezza pubblica.

Il Brasile è un paese storicamente ospitale e durante l’Olimpiade il governo federale della Presidentessa Dilma Roussef concederà il visto a tutti gli stranieri per 90 giorni. Se da un lato questo farà crescere del 20% il settore turistico, dall’altro la paura per gli attentati terroristici non può che essere crescente.

Dopo gli ultimi attentati in diverse zone del pianeta, come Parigi, Ankara e Beirut, la Roussef ha dichiarato che il Brasile avrebbe appoggiato con tutte le forze la coalizione contro la matrice terroristica dello Stato Islamico. La crisi siriana ha facilitato l’ingresso di rifugiati nel paese e nessuno sa al momento e con certezza se tra loro ci possano essere malintenzionati o infiltrati.

Alcuni giorni dopo gli attentati a Parigi, di quel maledetto venerdì 13 novembre, l’ABIN, Agenzia Brasiliana di Intelligence, ha convocato un “Seminario Internazionale di lotta contro il terrorismo in Brasile”. In 5 giorni, ministri, specialisti internazionali ed addetti del paese latino americano, si sono scambiati idee ed esperienze, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi attentato o atto criminoso durante i Giochi Paraolimpici ed Olimpici di Rio.

Nell’agosto 2015, il governo federale, lo Stato e la municipalità di Rio di Janeiro si erano riuniti per decidere in comune accordo che i dipartimenti di sicurezza, di difesa e dell’Intelligence avrebbero concentrato i loro sforzi e costituito i pilastri a sostegno della totale tranquillità di atleti e turisti durante l’evento olimpico.

Andrei Rodrigues, segretario straordinario di sicurezza per i grandi eventi, in quell’occasione aveva dichiarato: “L’integrazione è la chiave di tutto. Il lavoro tra le varie istituzioni cooperanti per uno stesso obiettivo è la cosa più importante dell’Olimpiade, nel campo della sicurezza pubblica.

Si prevede che circa 47 mila professionisti saranno mobilitati in strade, aeroporti, stazioni e luoghi di competizione. Quattro palloni gonfiabili con telecamere saranno inoltre posti a vigilanza di strade, persone, viabilità e zone trafficate, e tutto ciò potrà destare sospetti sarà inviato direttamente alle centrali. La tecnologia umana sarà ancora una volta al servizio di un grande evento sportivo contro ogni forma di terrorismo, per la promozione della pace.

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