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Rugby, Sei Nazioni: Italia-Scozia 20-36

Italia rugby, Sei Nazioni 2016 - Foto Antonio Fraioli

Troppo spesso la partita tra Italia e Scozia nel torneo delle Sei Nazioni è la sfida per il penultimo posto, e il 2016 non fa eccezione.

L’Italia scende in campo con una formazione ancora più rimaneggiata del solito, orfana del miglior giocatore visto fino ad ora per gli azzurri nel torneo: Carlo Canna. Triangolo arretrato composto da Odiete, Sarto e Bellini, centro Garcia e Campagnaro, in mediana al fianco di Gori veste il numero dieci Kelly Haimona. In prima linea tra Cittadini e Lovotti riprende la maglia numero due Leonardo Ghiraldini, al posto dell’infortunato Gega. Dietro di loro Furno e Fuser, terze ali Zanni e Minto, con il numero 8 il capitano, l’italoargentino Sergio Parisse. La Scozia ha sicuramente una delle tifoserie più colorate e sanguigne, e ascoltare Flower of Scotland in uno stadio, che sia l’Olimpico di Roma o il Murrayfield di Edimburgo, fa sempre il suo effetto.

Azzurri in maglia bianca che partono in zona d’attacco, ma non passa più di un minuto per la prima mischia (avanti di Odiete) all’altezza della linea di centrocampo. Mischia che si ripete subito dopo per un velo involontario di Duncan Taylor. Sorprendente la facilità con cui si infiamma il pubblico azzurro in una partita di rugby: bastano venti metri di scatto solitario di Michele Campagnaro per fomentare lo stadio, buon segno per il movimento, per ora c’è entusiasmo. In questa fase iniziale gli Azzurri guadagnano campo dosando il piede con accuratezza, gli ospiti sembrano in affanno e non riescono a uscire dalla propria metà campo. Commettono anzi il primo fallo con Barcley: Haimona non fa rimpiangere Canna e mette a referto i primi tre punti per gli azzurri, è l’ottavo minuto.

La terza ala scozzese si fa perdonare pochi minuti dopo: buco di Stuart Hogg e meta di Barcley in continuità diretta con l’estremo, Greig Laidlaw trasforma senza pensarci due volte: al dodicesimo l’Italia è sotto 3-7.

La Scozia adesso viene fuori bene al piede, non sprecando troppe energie in inutili punti di incontro, meglio giocare dall’altro lato del campo. Quando fanno possesso nella metà campo avversaria, gli scossesi giocano spesso e volentieri in continuità diretta, sfruttando le numerose amnesie difensive azzurre, arriva così la seconda meta, finalizzata da John Hardie e trasformata dal solito Laidlaw, capitano e numero nove della squadra allenata da Vern Cotter. Mentre l’Olimpico fa la ola, Laidlaw realizza un calcio di punizione da posizione leggermente decentrata, frutto di un “tenuto” di Gori. Al ventinovesimo azione in gioco aperto degli azzurri, bella percussione di Campagnaro, la difesa si ammucchia e l’Italia gioca un sovrannumero facile dall’altro lato del campo, dove Ghiraldini realizza la sua quinta meta in azzurro, la prima della partita per l’italia, che Kelly Haimona trasforma: il parziale alla mezz’ora è 10-17. Nessuna azione degna di nota fino al quarantesimo, quando Laidlaw fallisce un calcio piazzato. Il sudafricano Peyper, arbitro dell’incontro, manda tutti negli spogliatoi.

Il secondo tempo inizia all’insegna di Hogg e compagni: la prima linea scozzese, che milita interamente nella squadra di Edimburgo, mette in difficoltà la mischia azzurra, che commette fallo. Al sesto minuto Greig Laidlaw mette altri tre punti a referto: 10-20. La reazione azzurra è immediata: un buon possesso palla articolato in diverse fasi di gioco porta i padorni di casa nei ventidue avversari, l’unico risultato è un calcio di punizione sotto i pali, Parisse manda Haimona alla piazzola: 13-20, l’Italia accorcia, ma Laidlaw riporta la Scozia a dieci punti di distanza con un piazzato da buona posizione (tenuto di Parisse). La mischia scozzese è decisamente meglio organizzata e Brunel corre ai ripari, fuori tutta la prima linea: dentro Zanusso, Castrogiovanni e Giazzon. Contemporaneamente Laidlow mette un altro piazzato e manda la Scozia a +16. Al 61’ si riaccende la speranza azzurra: Finn Russel rimedia un giallo per mani in ruck, touches, maul, qualche fase nei cinque metri avversari e gli azzurri vanno in meta con Marco Fuser, alla sua prima marcatura in nazionale. Haimona trasforma e li azzurri vanno sotto break, 20 a 26 il parziale. La Scozia fa una partita cinica e approfitta di ogni errore azzurro, il solito Laidlow realizza una punizione da centrocampo.

L’Italia si sveglia dal torpore del primo tempo e spinge in maniera continuata nei ventidue avversari, l’insistenza azzurra si spegne su di un calcetto a scavalcare tentato da Haimona. Al 75’ Willem Nel compie un avanti volontario, secondo giallo per la Scozia, ma è proprio in questo momento che la Scozia chiude la partita, andando in meta con Tommy Seymour e, nemmeno a dirlo Greig Laidlow trasforma. Il capitano della Scozia è insignito del titolo di man of the match e non c’è nemmeno da discutere: ha preso in mano la squadra nei momenti di difficoltà, risultando decisivo al piede e in gioco aperto. Il finale dall’Olimpico è di 20 a 36.

Superiori in mischia, in touches e nei raggruppamenti, gli scozzesi sono venuti a Roma per fare la partita, e così è stato. Nei momenti chiave della partita gli ospiti hanno monetizzato ogni piccola imperfezione della squadra di casa, mantenendo le distanze anche in inferiorità numerica.

Adesso all’Italia non resta che giocarsi due partite – difficilissime – in Irlanda e in Galles, per poter evitare lo zero in classifica. La carenza di giocatori a causa degli infortuni non può essere un alibi: nel corso del quadriennio è mancata la formazione di azzurri eleggibili, relegata ormai alla trafila delle accademie. Dal campionato Eccellenza tanto giovani di buone speranze, che forse avrebbero avuto bisogno di bel altri teatri per fare il proprio debutto in campo.

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