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Quel che è accaduto nel primo Gran Premio stagionale di Formula 1 non è andato giù a molti piloti. Forte e netta presa di posizione dell’associazione dei piloti in una lettera aperta firmata da Jenson Button, Sebastian Vettel e Alex Wurz, attuale presidente della Gpda. “Il processo decisionale è obsoleto e mal strutturato, le recenti modifiche al regolamento mettono a repentaglio il futuro e serve una riforma della governance che rifletta i principi e i valori fondamentali della F1. Riteniamo che alcune recenti modifiche al regolamento siano dirompenti, che non affrontino i problemi più grandi del nostro sport e che in alcuni casi potrebbero mettere a repentaglio il successo futuro del nostro sport”, si legge in un passaggio del messaggio, diffuso dai piloti pochi giorni dopo il primo gran premio del Mondiale 2016 in Australia segnato anche dal flop del nuovo format delle qualifiche. I piloti “sono giunti alla conclusione che il processo decisionale in questo sport è obsoleto e mal strutturato e impedisce il progresso. Al contrario, a volte può provocare l”effetto opposto, ovvero portare a un ingorgo. Questo si riflette negativamente sul nostro sport e impedisce di attrarre le nuove generazioni e una crescita globale”. Vettel e gli altri piloti si sono poi appellati ai proprietari e ai vertici della F1 chiedendo di “prendere in considerazione la ristrutturazione della propria governance“. “Le direzioni future e le decisioni che verranno prese, siano a breve o a lungo termine, sportive, tecniche oppure orientate al business, dovrebbero essere basate su un piano preciso, che rispecchi i principi e i valori fondamentali della Formula 1. Dobbiamo fare in modo che questo sport rimanga una competizione serrata tra i migliori piloti su macchine e piste straordinarie. La F1 dovrebbe essere la casa solo per i migliori team, piloti e circuiti, con partner e fornitori adeguati a un campionati di elite”. I piloti offrono quindi il proprio “aiuto e supporto alla F1 per farla rimanere ad alti livelli e renderla emozionante ancora per molti anni e per le generazioni future”. La missiva termina con una puntualizzazione che recita “nel migliore interesse di tutti e non deve essere vista come un attacco cieco e irrispettoso”.