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MotoGP Gp Germania 2018, le pagelle: Marc Marquez ancora re

Valentino Rossi, Marc Marquez - Foto MotoGP Italia

Le pagelle del Gran Premio di Germania 2018. A trionfare è ancora Marc Marquez, il pilota spagnolo prende la testa della corsa a metà gara e si invola verso un’altra vittoria senza storia, secondo Valentino Rossi e terzo Maverick Vinales che batte in volata Danilo Petrucci. Ecco le pagelle ed i voti di questo Gran Premio, l’ultimo prima della sosta estiva.

LE CLASSIFICHE AGGIORNATE

MARC MÁRQUEZ: 10 – All’ultimo respiro l’alfiere Honda ottiene l’ennesima pole, per un nulla ai danni di un grandissimo Petrucci. Viene passato al via da Lorenzo, allargato da Petrucci e attaccato da Rossi, riesce però a respingere quest’ultimo. Riesce poi a riprendersi la posizione su Petrucci e si getta all’inseguimento di Lorenzo. Al giro 12, all’ultima curva, riesce a passare anche Lorenzo e si riprende la prima posizione. Rossi prova a pressarlo, ma lui dimostra che sta solo gestendo rispondendo con due-tre giri record consecutivi che placano l’italiano della Yamaha. Va a vincere al Sachsenring per la sesta volta in sei anni.

VALENTINO ROSSI: 9 – È l’ultimo in qualifica tra coloro che possono impensierire Márquez, è a poco più di due decimi e mezzo dallo spagnolo, ma tra i due si piazzano in quattro e il #46 è solo 6° al via. Parte bene, si mantiene interno e riesce a prendersi il 4° posto. Segue prima Márquez e poi Petrucci e riesce a liberarsi del connazionale ed entrare in zona podio al giro 8. Dopo 1/3 di gara è il più veloce dei primi tre, si accoda a Lorenzo ma non riesce a imbastire un attacco fino a metà gara, quando ce la fa e passa al 2° posto. Poi prova ad accorciare su Márquez, ma quando vede che lo spagnolo ne ha molto più di lui e sta solo gestendo, si accontenta di preservare le gomme e mantenere il 2° posto, dove conclude.

MAVERICK VIÑALES: 8,5 – Scatta 4°, anche lui parte del pacchetto di mischia di sei piloti all’inseguimento da vicino di Márquez, parte davanti al compagno Rossi. A inizio gara fa fatica, come spesso gli capita e viene scavalcato da Rossi, Crutchlow e Dovizioso. Dopo sette giri è Bautista a saltargli davanti, ma la caduta di Crutchlow non gli fa perdere la settima posizione. Poi di colpo si sveglia: al giro 22 passa Dovizioso, portandosi al 6° posto, mentre al 23 passa anche Bautista. Al giro 24 scavalca Lorenzo ed è 4°. A due giri dal termine ce la fa anche con Viñales e si prende il podio. Ottimo 3° alla fine, deve forse imparare a gestire meglio la sua gara, perché attacca e anche bene, ma forse parte troppo tardi.

DANILO PETRUCCI: 8 – Sul giro secco va fortissimo, tanto da contestare la pole fino all’ultimo a Márquez, ma viene battuto dallo spagnolo per soli 25 millesimi. Al via è guardingo, evita incidenti e riesce a passare Márquez all’interno, nonostante ancora sul rettilineo venga fregato da Lorenzo. Lo spagnolo della Honda riesce però a risuperarlo. Al giro 8 è Rossi a sorpassarlo e a gettarlo tra le fauci di Crutchlow, che lo pressa fino a che, però, cade. Poi corre inseguito da Dovizioso, che però non riesce ad essere pericoloso. Poi è lui ad andare a prendere Lorenzo e recuperare la zona podio, al giro 24, ma lo riperde a due giri dal termine per mano di uno scatenato Viñales e chiude 4°, una grande gara comunque.

ÁLVARO BAUTISTA: 9 – Lo spagnolo è autore di una grandissima prestazione e riesce a partire 9°, a 430 millesimi da Márquez, con la sua Ducati, affibbiando più di un secondo e mezzo al disastroso compagno Abraham. Al via viene scavalcato da Pedrosa, ma riesce poi a riprenderlo e a sorpassare anche Viñales. Dopo 1/3 di gara è addirittura il più veloce in pista. Al giro 20 attacca Dovizioso, il quale però incrocia e gli ripassa davanti. Poi però ce la fa e si prende un fantastico 5° posto.

JORGE LORENZO: 6,5 – Da quando sa che la prossima stagione non correrà più con Ducati pare trasformato, batte Dovizioso in qualifica e scatta 3°, a poco più di mezzo decimo da Márquez. Parte a fionda come spesso fa e riesce a prendersi la leadership. Per 11 giri comanda facilmente, ma quando Márquez decide di attaccarlo si libera di lui nel giro di poche curve. Al giro 15 rimane largo, probabilmente ha finito la gomma soft all’anteriore e Rossi lo scavalca. Due giri dopo in curva 1 ci prova con una staccatona, ma si allarga. Dal giro 22 i suoi tempi crollano decisamente e Petrucci lo raggiunge e sorpassa in curva 1 al giro 24. Anche Viñales e Bautista riescono poi ad avere la meglio su di lui e si può dire che, esattamente all’opposto dello spagnolo Yamaha, lui è abituato a fare il passo del gambero. Chiude 6°.

ANDREA DOVIZIOSO: 6 – Deve passare la tagliola del Q1 per arrivare alla qualifica dei grandi, lo fa agevolmente e non riesce a battere Viñales per soli 3 millesimi, è 5° in griglia. Parte male e scende al 7° posto, sorpassato da Crutchlow e Rossi. Poi però riesce a sorpassare Viñales e cade Crutchlow, ma poi sono Bautista e lo stesso Viñales ad avere la meglio su di lui. Non ha mai il passo, questa pista davvero non la digerisce. È 7° al traguardo.

DANI PEDROSA: 6,5 – Annuncia il ritiro a fine stagione a causa del suo gracile fisico che non lo regge più, è un peccato non averlo visto con almeno un titolo mondiale nella classe regina, che avrebbe sicuramente meritato. In qualifica è 10°, a mezzo secondo dal compagno. Guadagna la posizione su Iannone e Bautista, ma lo spagnolo lo recupera al giro 5. Anche Zarco lo scavalca al giro 9. Al giro 23, però, riesce a ripassare il francese e tornare così 8°. Considerando le sue condizioni psicofisiche di questa stagione, più di così non può fare.

JOHANN ZARCO: 7 – Sembra aver perso smalto sul giro secco rispetto a inizio stagione, è 13° ma solo grazie alla penalità di Áleix Espargaró, resta a un decimo da Nakagami e dal passaggio in Q2. Sfrutta il caos Suzuki per portarsi 10°. Riesce a scavalcare poi Pedrosa e con la caduta di Crutchlow si ritrova 8°. Non riesce però a scappare dal #26, che al giro 22 lo risorpassa. Alla fine si accontenta del 9° posto.

BRADLEY SMITH: 7,5 – Il britannico è il primo tra coloro che prendono più di un secondo dal poleman e parte 16°, subito alle spalle del compagno. Al via ha molto ritmo e riesce a salire sino al 10° posto, sfruttando anche la défaillance delle due Suzuki. È autore di una gara solida e solitaria non sorpassa praticamente nessuno ma al termine è 10°, molto bene.

HAFIZH SYAHRIN: 7,5 – Parte 17°, a mezzo secondo di distanza dal compagno. Parte bene e risale sino al 12° posto, non lontano da Zarco. Sfrutta le cadute altrui e dopo 12 giri è 11°. A fine gara Iannone inizia a duellare con il malese, ma è quest’ultimo ad avere la meglio: non è velocissimo, ma ha un passo costante ed esente da errori e l’11° posto è il giusto premio.

ANDREA IANNONE: 6 – Precede di un decimo e mezzo il compagno Rins in qualifica e scatta 8° con la sua Suzuki. Parte malissimo, precipitando in fondo. Viene coinvolto nell’incidente tra il compagno e Pol Espargaró, ma riesce a non cadere e cerca di rimontare, liberandosi subito di Abraham, Miller, Bradl e Lüthi. Dopo un bel po’ di giri trascorsi al 14° posto, passa anche Redding e Rabat, tornando 12°. Poi duella negli ultimi giri con Syahrin con una serie di sorpassi e controsorpassi, ma arriva dietro al malese. Occasione buttata, forse poteva stare lì con Dovizioso se non fosse partito così male.

TITO RABAT: 7 – Lo spagnolo è 18°, a un secondo e due decimi dal poleman, ma infligge lo stesso distacco al disastroso compagno Simeon. Sfrutta il caos al via per risalire ed è 14°, poi scavalca Redding. Con la caduta di Crutchlow è perfino 12°, ma poi viene passato dal rimontante Iannone. Termina 13°, ma è autore di una grandissima gara.

SCOTT REDDING: 6,5 – Il britannico parte 19°, data l’assenza di Aleix Espargaró. Sfruttando gli errori altrui riesce a risalire bene e dopo 6 giri è addirittura 13°. Poi Rabat riesce a sorpassarlo e scende 14°, posizione in cui conclude. Gara buona.

JACK MILLER: 5,5 – Sul giro secco è distrutto dal compagno Petrucci, che gli dà 9 decimi. Scatta 14°. Il caos scatenato dalla caduta di Pol Espargaró lo vede coinvolto e precipita in fondo, davanti al solo Simeon. Riesce poi a passare Abraham e le due Honda di Bradl e Lüthi, risale 15° e lì resta. Male.

STEFAN BRADL: 7 – Molto bravo il tedesco, che corre in casa: messo sulla moto all’ultimo momento in sostituzione dell’infortunato Franco Morbidelli, parte 20° ma davanti al compagno di squadra, dandogli ben un decimo e mezzo. Lüthi in gara lo scavalca e lui lo segue. Dopo un lungo inseguimento, però, a pochi giri dal traguardo lo riesce a passare e prendersi il 16° posto. Bravo.

THOMAS LÜTHI: 5,5 – Lo svizzero si becca un decimo e mezzo da Bradl in qualifica, cosa non accettabile, considerando che il compagno tedesco è stato messo lì all’ultimo. È 21° in griglia. In gara praticamente riesce ad avere la meglio solo del suo compagno, oltre a precedere Abraham e Simeon, insomma, fa il minimo sindacale per gran parte della gara, poi lo stesso Bradl lo riscavalca. Chiude 17°.

KAREL ABRAHAM: 4 – Il ceco è tristemente in fondo alla griglia, si gioca la posizione fino all’ultimo con Lüthi ma prevale lo svizzero e a lui tocca partire 22°, penultimo. Per un po’, in gara, precede Miller, ma poi torna nella sua abituale penultima posizione da cui, al solito, non si schioda. E vedendo cos’ha combinato oggi Bautista, il voto non può che essere decisamente negativo.

XAVIER SIMEON: 4 – Sempre peggio il belga: prendersi sette decimi dal penultimo in un tracciato così breve è molto grave. Vero che ha la moto meno competitiva di tutte, ma Rabat almeno se la gioca con gli altri, Simeon è sempre in fondo: parte 23°. Mai in battaglia con qualcuno, termina ultimo e lontanissimo. Vedendo dov’è finito Rabat, c’è da domandarsi se effettivamente il #10 sia adatto alla categoria.

CAL CRUTCHLOW: 5,5 – Parte a 4 decimi dal poleman, 7° con la sua Honda. Al via riesce a scavalcare Dovizioso e dopo due giri si infila anche all’interno di Viñales, prendendosi così il 5° posto. È parecchio rapido, ma al giro 9 cade da solo.

TAKAAKI NAKAGAMI: 5,5 – L’altro eroe delle qualifiche, con Bautista, è il giapponese della Honda, che riesce ad accedere al Q2 ed è sì ultimo, ma solo a 6 decimi da Márquez. Certo, la pista breve aiuta, ma Nakagami è autore di una grande prestazione: scatta 12°. Cade al giro 5, mentre stava retrocedendo. Peccato, occasione buttata.

POL ESPARGARÓ: 5 – Lo spagnolo si becca quasi un secondo da Márquez e in griglia è solo 15°, ma nel warm-up è il più rapido di tutti. Dopo due giri, però, finisce per terra.

ÁLEX RINS: 5 – Stavolta si fa precedere da Iannone in prova, è 11° a un decimo e mezzo dal compagno. Parte male e si allarga moltissimo in curva 2, scendendo in fondo al gruppo, dopo due giri cade, travolto da Pol Espargaró.

ALEIX ESPARGARÓ: s.v. – Viene penalizzato di sei posizioni in partenza per aver ostacolato Márquez nel corso delle libere 3, di conseguenza il suo buon 13° tempo in qualifica a sette decimi dal tempo del connazionale #93 diventa un 19° posto in griglia. La sua piazzola non lo vede però al via: una caduta rovinosa nel warm-up lo costringe a saltare la gara.

 

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