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“Battere Giovanni Malagò è un’impresa sovrumana: conosco bene le sue eccezionali capacità di comunicazione, è bravissimo. Ma io voglio porre l’attenzione sui tanti problemi dello sport italiano”. Sergio Grifoni, sfidante di Giovanni Malagò per la presidenza del Comitato olimpico nazionale italiano per il quadriennio 2017-2020, presenta così la propria candidatura.
“Da tempo ho maturato questa idea – spiega Grifoni, ex presidente della Federazione Italiana Sport Orientamento (Fiso) – Poi ho preso il coraggio e circa due settimane fa ho presentato i documenti. La scelta nasce da quanto ho visto negli ultimi venti anni. Lo sport italiano non funziona: Petrucci e anche Malagò, nonostante un rapporto più stretto con il Miur, hanno gestito l’esistente e si sono accontentati, mentre io voglio proporre dei cambiamenti”.
Secondo Grifoni nel nostro Paese “la cultura sportiva è quasi totalmente assente” e per spiegare la sua idea fa un esempio: “Guardate cosa sta succedendo nelle primarie del Partito Democratico – osserva il candidato alla presidenza del Coni – Renzi, Orlando ed Emiliano hanno scritto relazioni lunghissime, ma nessuno nomina mai lo sport. Nel panorama della politica italiana lo sport non è un argomento, non esiste e la colpa è anche del Coni”.
Da qui vorrebbe partire Grifoni, presentatosi a Malagò la scorsa settimana in occasione delle elezioni dei rappresentanti di atleti e tecnici al Consiglio nazionale: “C’è molto da fare, dalla scuola all’alto livello – sottolinea – Per capirlo basta guardare i risultati dell’Olimpiade di Rio de Janeiro: ben venti medaglie su ventotto sono state vinte da atleti appartenenti a squadre militari. Se queste venissero a mancare, come già il Movimento 5 Stelle ha ipotizzato, cosa succederebbe al nostro mondo? Noi dobbiamo rafforzare la cultura sportiva in Italia”.