Formula 1

L’angolo del ricordo: Indianapolis 2005, il Gran Premio con sei monoposto in pista

Indianapolis 2005 - GP USA

Una gara senza la griglia di partenza al completo? Non sarebbe stata certamente la prima volta in assoluto. Il Gran Premio d’Australia, tappa d’esordio per il calendario mondiale 2020 di Formula 1, è stata cancellata causa emergenza coronavirus dopo un caso di positività all’interno del team McLaren. Quarantena obbligatoria e ritiro dalla tappa per la scuderia di Woking che, tirandosi fuori, avrebbe ridotto le monoposto in griglia da 20 a 18. Nonostante ciò la F1 ha provato ad andare avanti in cerca di un accordo fino all’ultima ora disponibile. Nessuna decisione della notte e riunione programmata al mattino dopo aver autorizzato l’accesso al paddock a ingegneri e steward lasciando fuori dall’Albert Park solamente i tifosi.

Un accordo cercato, inseguito ma non trovato. Si parla di un’assemblea nel cuore della notte dove i team principal, uno ad uno, hanno dato i propri pareri tra chi avrebbe preferito correre e chi, invece, avrebbe preferito rinunciare alla tappa. E stando alle indiscrezioni si parla di un 5 a 5 che avrebbe ridotto la griglia di partenza a sole 10 monoposto. Ma niente drammi, in passato per cause differenti si è fatto anche peggio mentre questa volta si è deciso di evitare il tutto in virtù soprattutto dell’evoluzione della pandemia mondiale.

Dobbiamo tornare indietro al Mondiale 2005 quando il 19 giugno andava in scena il Gran Premio degli Stati Uniti. A Indianapolis a centrare la pole position fu l’italiano Jarno Trulli su Toyota, quarto Giancarlo Fisichella su Renault mentre le Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello registrarono rispettivamente il quinto e il settimo tempo. Ma Usa 2005 non fu un GP normale. Dopo un weekend all’insegna delle polemiche per i noti problemi d’affidabilità delle mescole Michelin, la Federazione Internazionale fino all’ultimo minuto cercò di raggiungere un compromesso per non perdere tutte le monoposto che montavano gli pneumatici francesi. Le gomme Michelin, infatti, lungo tutto l’arco delle sessioni del fine settimana avevano mostrato una completa mancanza d’affidabilità soprattutto nella curva finale che portava al rettilineo che creava eccessive vibrazioni che talvolta portavano allo scoppio della mescola.

Ad ogni modo sulla griglia di partenza si schierarono tutte le monoposto. Ma dopo il giro di ricognizione accadde l’incredibile: tutti i gommati Michelin tornarono nei box lasciando al via solamente le vetture gommate Bridgestone tra cui Ferrari, Jordan e Minardi. Un Gran Premio a sei, andato in scena in un’atmosfera davvero surreale: vinsero facilmente le due Rosse con Schumacher davanti a Barrichello, sul podio anche il portoghese Monteiro della Jordan.

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