Formula 1

F1, stretta su mutande e gioielli: da Miami arriva l’autocertificazione sull’abbigliamento

Carlos Sainz, GP Emilia-Romagna - Foto Denise Marcorella

Un’autocertificazione sull’abbigliamento. Arriva la stretta della Formula 1 per l’abbigliamento “regolamentare” in pista dei piloti a partire dalla gara di Miami. In particolare, i team devono autocertificare nei documenti ufficiali che i loro piloti hanno tutto in ordine, mutande e piercing compresi. Il direttore di gara tedesco Niels Wittich ha informato le scuderie prima del Gran Premio in Florida della nuova misura e ha annunciato controlli a campione. Già a metà aprile, in Australia, aveva sottolineato con enfasi ai piloti che gioielli e indumenti non ignifughi sono vietati.

Le motivazioni sono legate alla sicurezza. Anelli, catenine e ammennicoli vari potrebbero ostacolare le manovre dei soccorritori e dei medici in situazione di emergenza. Inoltre, i gioielli sulla pelle come conduttori di calore possono ridurre l’effetto protettivo degli indumenti ignifughi: “Ciò aumenta il rischio di ustioni in caso di incendio”, afferma la Fia. Secondo le regole, inoltre, non è consentito indossare biancheria intima standard, che sarebbe ancora una pratica comune tra i piloti. È consentito solo l’abbigliamento conforme agli standard FIA di Formula 1.

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