Formula 1

F1, analisi gara GP Arabia Saudita: la Virtual Safety Car condanna Leclerc, ma la Ferrari conferma ottimo passo

GP ARABIA SAUDITA F1/2022 - DOMENICA 27/03/2022 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

Consegnato agli annali anche il secondo Gran Premio stagionale, il day after è il momento migliore per analizzare quanto accaduto in Arabia Saudita in una gara che, dopo essere stata a rischio per via degli attentati nei pressi del circuito con un mezzo ammutinamento poi rientrato da parte di alcuni piloti, ha regalato emozioni sulla pista di Jeddah anche se purtroppo non la seconda vittoria a Charles Leclerc, sfumata per una questione di dettagli. Ma quali?

In primo luogo, la gestione della safety car nel finale causata dai problemi tecnici a pioggia per Ricciardo e Alonso. Come dimostrato dalle grafiche ufficiali, prima dell’introduzione della VSF tra Leclerc, allora leader della gara, e Verstappen, ballavano quasi un secondo e sette decimi. Però, alla ripartenza, il distacco si è trasformato in un secondo e un decimo, portando poi l’olandese, più veloce nel rettilineo grazie a una vettura più scarica, a sfruttare il DRS per superare il monegasco. I sei decimi persi si possono imputare innanzitutto a una migliore gestione delle gomme hard in casa Red Bull rispetto alla Ferrari, che alla ripartenza ha portato maggiormente in temperatura gli pneumatici. Poi, c’è anche da mettere in conto il punto in cui è stata attivata la Virtual, ovvero nel primo settore in cui Leclerc andava nettamente più veloce, e il punto in cui è stata disattivata, vale a dire proprio dopo il primo settore e dunque con “gara vera” nei due settori in cui Verstappen era più veloce. Questo ha portato dunque a un crollo del vantaggio del classe 1996 a vantaggio del campione del mondo in carica.

Che, peraltro, è stato ulteriormente fortunato negli ultimi giri, quando Leclerc si stava riavvicinando ed era in zona DRS. Lo sciagurato incidente per evitare l’ultimo posto tra Stroll e Albon ha però portato alla bandiera gialla in alcuni settori e costretto il monegasco a non poter tentare il sorpasso. Davvero una beffa per la Ferrari, che quantomeno porta anche Sainz sul podio. Lo stesso spagnolo, però, è stato ostacolato da una mossa furba del team austriaco. Perez, danneggiato dalla scelta di rientrare ai box con scarso tempismo visto il successivo schianto di Latifi che ha portato alla safety car e dunque al cambio gomme degli altri senza perdere secondi, passando sulla linea di uscita dei box insieme di fatto a Sainz che aveva appena effettuato il pit-stop, gli sta davanti nonostante la precedenza fosse del pilota Ferrari. Che si lamenta col team e chiede la restituzione. La posizione viene effettivamente data indietro dal messicano, ma a gara ripresa e dunque negando a Carlos la possibilità di attaccare Verstappen alla ripartenza, dovendo così arrendersi a un comunque ottimo terzo posto.

Tra le fasi chiave di questa gara, anche il DRS. Il punto più favorevole ai piloti è stato il lungo rettilineo di partenza, in cui abbiamo visto tantissimi sorpassi. Chi arrivava dunque subito dietro al rivale all’ultima curva, sapeva di fatto di ritrovarsi in testa per il giro successivo, e si spiega così l’incredibile duello quasi da western tra Leclerc e Verstappen: il monegasco, con astuzia, vuole farsi passare in curva per avere poi lui il DRS sul rettilineo, Verstappen non ci sta e rallenta, bloccaggio pazzesco delle gomme e Leclerc che ridà lo strappo per mantenersi leader per quel giro. Ma inesorabilmente nei giri successivi dovrà cedere la leadership.

Per quanto riguarda le strategie delle gomme, univoca la scelta di andare su una sola sosta (effettuata in regime di safety car) per chi era partito con gomme medie e ha montato poi le hard. Viceversa, Hamilton, Hulkenberg e Magnussen erano partiti con le hard e dopo un lunghissimo primo stint, sono andati ai box per montare le gomme gialle. Gli ultimi due, lo hanno fatto al giro 37, sfruttando la virtual safety car, mentre è grave l’errore in Mercedes che non coglie la palla al balzo. Il sette volte campione del mondo resta in pista per un altro giro, ma gli è fatale, visto che la pit lane viene chiusa per ragioni di sicurezza vista la presenza nei paraggi di due vetture prossime al ritiro. E così, il pit stop di Hamilton arriva nei giri finali, in quanto obbligato dalla regola del cambio di mescola, e gli costa la possibilità di far meglio di un deludentissimo decimo posto.

Veniamo infine al passo gara: nel primo stint, l’allora leader della corsa Sergio Perez è stato il più veloce in 1.34.69, bene per anche Leclerc con una media di due decimi in più e davanti a Verstappen per circa un decimo al giro. Disastroso Hamilton in 1.35.63. Nel secondo stint, invece, passo identico per Verstappen e Leclerc, 1.32.87 e continui tentativi di far segnare record di settore e microsettore. La lotta, dunque, è stata di fatto decisa dalla Virtual Safety Car: se non fosse entrata in azione, Leclerc avrebbe avuto il passo per mantenere Verstappen sopra al secondo e non fargli prendere il DRS.

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