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Il celebre adagio tutto americano “l’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite” torna prepotentemente d’attualità in occasione del 51° Super Bowl, che si disputerà domenica a Houston tra New England Patriots ed Atlanta Falcons: sarà infatti la settima volta che le squadre con la miglior difesa e il miglior attacco della Nfl si trovano di fronte nell’atto finale. Fin qui, chi ha messo a referto più punti ha avuto la meglio una sola volta su chi ne ha concessi meno.
I numeri parlano di 12 squadre diverse su 14 approdate al Super Bowl con tali “requisiti”, coi soli Broncos e i 49ers a riuscirci 2 volte. Denver è la squadra “calimero”, sconfitta 2 volte e con largo margine, l’unica a perdere disponendo della miglior difesa nel 1990 e per di più con lo scarto più ampio nella storia della finalissima contro i 49ers di Joe Montana; San Francisco fu vincente anche 5 anni prima, quando seppe mettere il guinzaglio all’attacco dei Dolphins guidato da Dan Marino, forse il più forte quarterback a non aver mai sollevato il Vince Lombardi Trophy, trofeo che prende il nome proprio dal mitico allenatore dei Green Bay Packers che nel primo Super Bowl della storia seppero nettamente imporsi, da miglior difesa, contro il migliore attacco della lega, cioè quello di Kansas City.
Alla luce di questi precedenti, che peraltro ci raccontano di sfide equilibrate solo nelle vittorie degli Steelers e dei Giants datate ’79 e ’91, cosa aspettarci dalla sfida di Houston?
New England è chiaramente favorita, ma lo sarebbe a prescindere da queste cifre: lo è sempre da quando il connubio Brady-Belichick ha assunto i contorni della predestinazione, partendo da quella vittoria che sapeva di miracolo nel 2002 contro i Rams. Da allora i Patriots hanno conquistato altri tre titoli: nel 2004 e nel 2005 erano rispettivamente la prima e la seconda difesa della lega, nel 2015 soltanto l’ottava (ma il quarto attacco) ed ebbero bisogno del pazzesco intercetto di Malcolm Butler nei secondi finali per castigare i Seattle Seahawks, miglior difesa Nfl, proprio come lo erano stati l’anno prima quando avevano massacrato Denver e il suo attacco da primato.
Atlanta approda al secondo Super Bowl della propria storia, dopo quello perso contro i Denver dell’ultimo John Elway nel ‘99. Matt il “freddo” Ryan (che, ironia della sorte, ha fatto il college a Boston) nei suoi 9 anni in Georgia ha riscritto ogni record di franchigia fino al titolo di Mvp della stagione appena conquistato: il ricevitore Julio Jones ed il running back Devonta Freeman, fortissimo anche fuori dal backfield, sono le frecce più affilate del suo attacco che può mettere tanti punti sul tabellone anche contro i Patriots. Il problema semmai per i Falcons potrà essere la difesa, la quintultima della lega, che dovrà fare davvero qualcosa di speciale per contenere l’attacco di New England (dimenticavamo, è il terzo della Nfl malgrado 4 partite senza Brady) che, privo di Gronkowsky, ha visto sbocciare Chris Hogan nei playoff al fianco del piccolo grande Edelman e ora sa essere letale anche sulle corse con un LeGarrette Blount alla migliore stagione in carriera.
Insomma, ci aspettiamo una partita molto diversa dalla finale dell’anno scorso, con un punteggio alto e una grande varietà di gioco: Matt Ryan è un giocatore fatto e finito e difficilmente si farà schiacciare dalla responsabilità come accadde a Cam Newton nel 2016. Per negare a Brady e ai Pats la gioia del quinto sigillo, però, sarà la difesa di Atlanta a doversi superare, come a sprazzi è riuscita a fare nell’arco della stagione e come ha fatto per tutto il primo tempo della finale di conference quando ha tolto l’aria a un certo Aaron Rodgers, lasciandolo a secco di punti fino all’intervallo.