Ciclismo

Coronavirus, Ciclismo: 14 medici chiedono la cancellazione di Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo

Andre Greipel, Foto Rufouba, CC-BY SA 3.0

L’allarme coronavirus sta creando diversi problemi all’Italia, anche per quanto riguarda l’ organizzazione delle manifestazioni sportive più importanti. Se nel calcio si è creata una situazione di vero e proprio caos, nel ciclismo le cose non vanno tanto meglio, infatti, le corse di ciclismo previste nel nostro Paese durante il mese di marzo risultano a serio rischio. Sono stati quattordici medici di diverse squadre a chiedere ufficialmente la cancellazione di Strade Bianche del 7 marzo, Tirreno-Adriatico del 11-17 marzo, Milano-Sanremo del 21 marzo, dopo che il Comitato Scientifico del Governo ha suggerito lo stop di 30 giorni per manifestazione sportive aperte al pubblico.

Alcune delle squadre più rilevanti del World Tour hanno firmato il documento per l’annullamento delle gare, tra queste ci sono Team Ineos, Jumbo-Visma, Lotto Soudal, SunwebEF Pro Cycling, CCC e Bahrain-McLaren. Il quotidiano ‘Het Laatste Nieuws’ ha riportato il contenuto del suddetto documento: “Il COVID-19 può avere un impatto sulla salute dei corridori. Altri sport annullano eventi di massa. Non c’è motivo per l’organizzazione di mettere i corridori in situazioni pericolose. In secondo luogo, se le gare dovessero disputarsi, dovrebbe essere garantita la ‘capacità diagnostica’. Ogni anno i corridori si ammalano durante una gara a tappe come la Tirreno-Adriatico. La domanda è quindi se l’intera squadra debba essere messa in quarantena e per quanto tempo. La gara verrebbe completamente decapitata. L’organizzazione non ha ancora annunciato un piano in tal senso.
In terzo luogo, in caso di incidente, un corridore dovrà probabilmente essere portato in un ospedale fuori dall’Italia. Gli ospedali italiani sono nel bel mezzo di un periodo di epidemia e il carico di lavoro è molto elevato. L’organizzazione non ha ancora comunicato un piano per questo. I corridori e il personale potrebbero finire in quarantena, mentre alcuni dei team hanno ancora negli Emirati i loro corridori e lo staff. Ad esempio, la Primavera di una squadra sarebbe compromessa, così come la loro preparazione per gare importanti come il Giro e il Tour”.

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