Serie B

Perugia, Curva Nord: “Questo è il momento di avere rispetto, il calcio faccia un passo indietro”

Curva Perugia - Foto Agnese Carilli

In Italia il dibattito sulla ripresa dei campionati di calcio è ancora molto caldo e lontano da una soluzione definitiva, con le società che sono  divise tra chi vuole portare a termine la stagione e chi, invece, non vuole tornare in campo. Un club che rientra in questa seconda categoria è il Perugia, in particolare la Curva Nord degli umbri che, attraverso un lungo comunicato ha chiarito la propria contrarietà al ripresa della Serie B: “Se la giostra dovesse ripartire, per i soldi che riempiono le tasche dei signori del calcio, per i diritti delle tv e gli interessi degli sponsor, incurante dei rischi e dei divieti che valgono per il resto della comunità, sarebbe il momento più basso mai toccato, la conferma di un sistema malato che deve essere abbattuto”.

Questa la nota integrale della Curva Nord del Perugia, che invoca a gran voce lo stop definitivo alla stagione 2019/2020: “L’Italia intera è alle corde per colpa del Covid-19, stretta in un lock-down che va avanti da settimane per la salvaguardia di tutti. Uomini e donne lottano nei reparti di terapia intensiva per restare aggrappati alla vita, medici ed infermieri combattono incessantemente un nemico invisibile ed al momento incurabile. Familiari ed amici piangono morti che non hanno nemmeno potuto salutare per l’ultima volta, un dolore immenso che merita rispetto. In aggiunta al dramma, la situazione economica verso la quale il paese si è avviato è un macigno che pesa su tantissimi; lavoratori, disoccupati, famiglie senza soldi per la spesa, imprese, negozi, liberi professionisti e la lista sarebbe lunghissima per citare tutti coloro sono stretti nella morsa dei decreti anti-virus. In questo momento storico senza precedenti è da giorni che si spendono parole sulla riapertura dei campionanti di calcio, i club di serie A hanno già avanzato al governo la loro proposta a seguito di un accordo unanime. Ripartire implicherebbe l’uso di innumerevoli tamponi e strumenti sanitari necessari per i controlli su giocatori e staff, uno spreco avvilente in barba a tutti quei medici ed operatori che per mesi hanno chiesto più mezzi per le strutture ospedaliere, oltre che un rischio costante per la diffusione del virus. Chissà poi se qualcuno ha immaginato che valore possa avere un goal segnato, una vittoria, una promozione o un scudetto vinto in un momento come questo, senza un pubblico e senza emozioni anche dietro uno schermo. Di certo questo non è affare loro, trascinati dal solo profitto ed indifferenti alla passione, è ormai sotto gli occhi di tutti la metamorfosi orribile del calcio contro cui da anni il movimento ultras combatte. Se la giostra dovesse ripartire, per i soldi che riempiono le tasche dei signori del calcio, per i diritti delle tv e gli interessi degli sponsor, incurante dei rischi e dei divieti che valgono per il resto della comunità, sarebbe il momento più basso mai toccato, la conferma di un sistema malato che deve essere abbattuto. Ogni ultras in questi mesi è stato lontano dalla passione più grande, come ogni singolo tifoso, ma ognuno di noi sa quali sono oggi le cose più importanti ed il calcio non è una di queste, è bene che il governo si dedichi alla gente con aiuti concreti più che ai capricci di imprenditori boriosi. C’era scritta la parola RISPETTO sulle maglie delle squadre e sui cartelloni a bordo campo in ogni stadio, questo è il momento di avere RISPETTO. Tutto ripartirà, tutto riprenderà a tempo debito, il pallone tornerà a correre sui campi e noi torneremo su quei gradoni, a seguire le nostre squadre ed a tifare come sempre abbiamo fatto, ma oggi è tempo che il calcio faccia un passo indietro per ritrovare la dignità che sta perdendo”.

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