Serie B

Frosinone, Stirpe: “Blocco retrocessioni? Club di A tutelano interessi di bottega”

Maurizio Stirpe
Maurizio Stirpe - Foto Antonio Fraioli

Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo in vista della ripresa dei campionati e in attesa degli esiti del Consiglio Federale in corso di svolgimento a Roma: “La Lega Serie A può fare le sue assemblee ed esprimere le posizioni più opportune, poi c’è la FIGC, un Consiglio Federale, CONI, autorità governative preposte a far rispettare le regole. Non condivido la posizione della Serie A, contraria alle norme di diritto sportivo e generale, penso che il Consiglio Federale stigmatizzerà questi aspetti e non ritengo che questa delibera effettuata dalla Serie A possa avere uno sbocco. È una posizione presa per tutelare interessi di bottega, incomprensibile e non ci può trovare d’accordo, per cui faremo il possibile per respingere una decisione del genere”. Di seguito le sue dichiarazioni complete in merito a un possibile blocco delle retrocessioni:

SU JUVE E INTER“Bisognerebbe chiedere a loro perché votare a favore. Evidentemente in questa vicenda altre situazioni entrano in gioco e magari per fare qualche dispetto a qualcuno, hanno ritenuto di appoggiare la posizione”.

SU LOTITO“Mi pare che si sia astenuto penso perché membro del Consiglio Federale, evitando di prendere una posizione netta. Le sue dichiarazioni contro il Frosinone? I tempi cambiano, quindi anche le posizioni. Penso che la sua posizione sia determinata soprattutto dal fatto che è membro del Consiglio Federale”.

SUL CONSIGLIO FEDERALEÈ tutto sbilanciato. Se partiamo dalle risorse, di cui le squadra di B ne prendono solo il 6% ed in Germania, ad esempio, il 20%, oltre un paracadute attuato in un momento di emergenza, si spiega tutto. Qui c’è un sistema in cui il più forte tende a sbranare il più debole, il Consiglio Federale riflette questa cosa: i più forti sono privilegiati, i più deboli sono sfavoriti”.

SULL’APPROVAZIONE DELLA DELIBERA“In caso di delibera approvata? Mi tutelerei dal punto di vista giuridico, credo ci sarebbero ampi spazi per farlo. Poi ovviamente abbandonerei il calcio. L’assemblea di Serie A deve assumere delibere che siano coerenti con le norme Federali e CONI. Per neutralizzare la situazione, andrebbe attuata una regola: qualora il campionato riparte, si recuperano le partite per far sì che tutte le squadre abbiano disputato le stesse partite, casomai venisse interrotto, va preso in considerazione l’ultima partita utile, giocata. Non sono contrario all’algoritmo, ma se qualcuno volesse promuovere meccanismi più semplici, potrebbe essere questo. Penso che sia inutile inventarsi altro, nel buon senso c’è la risoluzione di tutte le problematiche. Quando strumentalmente qualcuno vuole usare questi argomenti per combattere altri tipi di battaglie, non è la prima volta che la Serie A esprime concetti di autoreferenzialità. Fino a qualche anno fa, qualcuno sosteneva che non dovessero esserci promozioni o retrocessioni”.

SU CAIRO “Il Torino fa parte del nostro sistema, non condivido la sua posizione, ma la rispetto. È una posizione di retroguardia che non si basa sul merito sportivo né sul rispetto delle regole”.

SULLA SERIE B A DUE GIRONI“In tempi non sospetti dissi che il mondo professionistico non può assorbire più di 72 squadre. In questo momento il mondo del calcio non può assorbire più di 50 squadre, non ci sono le risorse per le infrastrutture, centri sportivi, settori giovanili. Come distribuire le risorse è un compito che non mi compete, ma bisogna interrogarsi sulla direzione che il movimento sta prendendo, una direzione che ci fa essere peggiori di anno in anno”.

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