Serie A

Serie A, Casini: “Indice di liquidità? Non ci sono squadre che rischiano”

Il logo della Lega Serie A

Lorenzo Casini fino all’11 marzo tifava Juventus. “Adesso tifo per la Serie A”, dice il nuovo presidente della Lega Serie A intervistato dal Corriere dello Sport. Ha appena preso il timone di un consesso un po’ sgarrupato, segnato dalle lotte intestine che pure, dopo molta fatica, sono riuscite a produrre la sua elezione. Casini dice che il calcio è “una risorsa pubblica, un’opportunità che non voglio perdere. Io sono il riferimento di tutta la Serie A”.

E non solo dell’asse Lotito-De Laurentiis-Commisso. “Tra gli undici ci sono anche proprietà americane, che sono stato felice di conoscere. La Juventus si è astenuta, ma poi mi ha manifestato supporto e in questi giorni ho scambiato punti di vista con loro. Inter e Milan immaginavano un profilo diverso, me lo hanno detto, ma nulla di personale”.

La prima questione in agenda è la modifica allo statuto voluta dalla Figc: “I principi informatori non sono norme di dettaglio, che possano vincolare l’autonomia statutaria della Lega in ogni suo profilo. Sugli aspetti economici, un’associazione privata è libera di organizzarsi come ritiene, nel rispetto della legge”.

E soprattutto l’indice di liquidità: “La liquidità, come emerso già in Consiglio federale, non può essere un elemento esclusivo, per cui società sane dal punto di vista patrimoniale rischino di essere penalizzate di fronte a una temporanea difficoltà di cassa. Ci attende un mese di lavoro intenso con la Federazione per trovare un punto di equilibrio ragionevole per tutti. Non mi risulta che ci siano squadre che rischiano. Anche perché non ci sono neanche dati aggiornati e qualunque riferimento a singole società, non verificato, può solo determinare danni di immagine e allarmi ingiustificati”.

Con lui al governo niente più richieste di ristori a fondo perduto: “L’ho detto in assemblea: la serie A non dovrebbe chiedere ristori a fondo perduto. Occorre partire da modifiche normative per aumentare i ricavi. E poi vanno studiare e proposte misure fiscali, come la deducibilità dell’Irap o forme di tax credit, che potrebbero sì avere un costo per l’erario in una prima fase, ma produrre saldi positivi più avanti”.

SportFace