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“Il Sassuolo Calcio parte dall’idea del dottor Squinzi. Una persona straordinaria, eccezionale. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di poter lavorare con loro, anche con la dottoressa Spazzoli. Una proprietà come Mapei che ha quasi 100 fabbriche del mondo e il Sassuolo Calcio era una delle loro aziende. Ora c’è Veronica con il fratello Marco, la continuità”. L’amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, è intervenuto così al Festival dello Sport che si sta svolgendo a Trento.
“Sono state persone speciali perchè avevano un’umiltà incredibile, obiettivi ben precisi, capacità straordinarie. Persone diverse da quelle che possiamo trovare in questo mondo, persone che ti lasciano lavorare. Per noi che operiamo in questo mondo è una delle cose più importanti: poter portare avanti le tue idee sapendo che ti stanno vicino” ha continuato.
Sui prossimi obiettivi: “Nel mondo del calcio molti guardano l’oggi, la progettualità è l’arma vincente che ti permette di costruire un percorso. Questa società fa la A da 9 anni e sta sempre crescendo. In questi anni la proprietà ha acquistato lo stadio, il Mapei Stadium, che è di proprietà. Qui c’è stata la volontà di portare a termine questo progetto. Un centro sportivo come il Mapei Football Center costruito in pochissimo tempo, un obiettivo del dottor Squinzi, non soltanto per la società ma anche per la città. C’è una visione ampia. Noi pensiamo alla prima squadra ma dietro c’è il settore giovanile, c’è il settore femminile. Cinque anni fa siamo partiti in B, ora siamo primi con la Juve ma abbiamo anche un settore giovanile importante a livello femminile, e poi c’è un progetto etico-sociale come Generazione S che sta avendo un successo incredibile”.
“Le aziende calcio ora sono cambiate tanto rispetto al passato, ci sono tanti ruoli e competenze e credo che i ruoli aumenteranno sempre di più – conclude Carnevali – . La differenza la facciamo noi, le persone che ci lavorano dentro e per poter crescere bisogna trovare persone capaci, che abbiano volontà, tanta voglia di fare. La passione è alla base. Io ho iniziato da società dilettantistiche perchè credo che la gavetta sia necessaria. Ho avuto la fortuna di conoscere Beppe Marotta nel corso degli anni e posso dire che è stato il mio maestro, cercando di apprendere, capire e imparare. Non dobbiamo focalizzarci col sogno di direttore sportivo o amministratore delegato, l’importante è entrare, cominciare, imparare e lavorare tanto”,.
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